I verbali della riunione dello scorso 14-15 aprile non aggiungono nulla al messaggio dell’ultima conferenza stampa di Mario Draghi e ai commenti dei membri del Consiglio: non ci sono elementi, finora, “per riconsiderare l’orientamento della politica monetaria o qualsiasi parametro dell’APP”.
Il ritmo e tempistica degli acquisti non va dunque messo in discussione anche perché lo scenario di crescita prospettato a marzo scorso era ed è condizionato alla piena attuazione delle misure annunciate il 22 gennaio scorso.
I verbali ribadiscono che il Consiglio si concentrerà ora sulla dinamica dell’inflazione “e guarderà al di là delle sorprese dai dati (in entrambe le direzione) per verificare che la dinamica inflazionistica torni stabilmente su di un sentiero compatibile con l’obiettivo del 2% nel medio periodo”.
Per quanto riguarda la valutazione dello scenario macro economico il Consiglio riteneva che la ripresa si stesse consolidando grazie all’effetto delle misure di politica monetaria non convenzionali. Il Consiglio indicava come principali rischi al ribasso per lo scenario:
1) la turbolenza finanziaria associata agli sviluppi politici e all’incertezza sui negoziati con la Grecia e 2) l’assenza di riforme strutturali. Il resoconto evidenzia che il Consiglio a più riprese nell’ultima riunione si è soffermato sulla necessità urgente per i governi di proseguire tempestivamente con il processo di riforme per migliorare le prospettive di crescita di medio periodo. Il Consiglio nota che il basso tasso di crescita potenziale potrebbe essere una delle cause per il ritmo di recupero degli investimenti aziendali inferiore rispetto ai cicli precedenti.
Le preoccupazioni circa la scarsità dei titoli da acquistare erano ritenute eccessive e “la liquidità è stata generalmente abbondante in tutti i mercati e giurisdizioni”. Inoltre i verbali sottolineano che l’APP era stato congegnato “con sufficiente flessibilità da essere adattabile a mutate circostanze di mercato” e offre una giustificazione formale alle recenti dichiarazioni di Coeuré sulla decisione di anticipare alle prossime settimane parte degli acquisti estivi.
Rispetto a metà aprile le condizioni economiche sembrano più incerte e la turbolenza finanziaria si è acuita. Pertanto, riteniamo improbabile che la BCE possa riconsiderare modifiche operative dell’APP alla riunione del 3 giugno. Il focus sarà piuttosto sugli sviluppi ciclici e sui rischi posti da un esito disordinato dei negoziati con la Grecia.