Riprendono oggi i negoziati a livello tecnico fra la Grecia e le tre istituzioni. Fonti governative greche citate dalle agenzie di stampa hanno espresso ottimismo sulla possibilità di una chiusura positiva entro una settimana, ma ciò riflette soprattutto la necessità di evitare il panico nel Paese.
CHE SI DICE A BRUXELLES
Le fonti europee e il FMI, al contrario, continuano a sottolineare che rimangono distanze da colmare su diversi fronti, dalle misure correttive necessarie a garantire un avanzo primario alle misure strutturali in tema di pensioni e lavoro.
LE LAMENTELE GRECHE
Varoufakis ha lamentato ieri che i creditori vogliono imporre alla Grecia nuove misure correttive quest’anno, per raggiungere avanzi primari del 2% nel 2016 “e più del 2,5% o addirittura il 3% per tutti gli anni successivi”, e che il problema non sono le misure strutturali.
LA QUESTIONE DELL’AVANZO
In effetti, un livello ragionevole dell’avanzo primario sarà essenziale per il disegno del prossimo programma di aiuti: da un parte non può essere troppo alto, perché causerebbe spinte recessive; dall’altra, però, deve essere significativo perché ogni punto percentuale in meno implica nell’arco di cinque anni maggiori esigenze di finanziamento per dieci miliardi di euro.
LE PAROLE DI BLANCHARD
Olivier Blanchard (FMI), intervistato da Les Echos, ha dichiarato ieri che un obiettivo del 3% è “probabilmente irrealistico per questioni economiche e politiche”, ma bisogna aver presente che rivederlo al ribasso implica “un nuovo bisogno di finanziamenti” e ciò “non funzionerà senza avere in contropartita un programma coerente”; inoltre, si parte da una situazione di “deficit sostanzioso per il momento” e “servono misure credibili per trasformarlo in surplus e mantenerlo”. Su questo fronte, dice Blanchard, “siamo ancora lontani”.