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Chi è Samantha Lewthwaite, la jihadista al vertice di Al Shabaab

A vederla in foto, Samantha Lewthwaite sembra una ragazza occidentale come tante. Sorride nei selfie che scatta con i suoi quattro figli. Ha pelle bianca e occhi chiari. I capelli lunghi sono in primo piano quando non porta il velo. Ma questa ragazza dello sguardo dolce è diventata uno dei terroristi più ricercati al mondo. Secondo il Telegraph, la donna, britannica, è ora la numero uno del gruppo jihadista somalo Al Shabaab. Sarebbe responsabile della morte di circa 400 persone in Africa, nonché mente del massacro all’Università di Garissa, in Kenya, dove sono morti 148 studenti.

ATTACCHI E DECAPITAZIONI 

La Lewthwaite sarebbe anche dietro l’attentato al centro commerciale Westgate di Nairobi. Secondo il quotidiano Mirror Online, i servizi d’intelligence somali hanno scoperto il coinvolgimento della donna nelle decapitazioni dell’Isis dei giornalisti James Foley e Steven Sotloff e del cooperante David Haines.

MOGLIE DI KAMIKAZE 

Figlia di un soldato, la Lewthwaite è nata in Irlanda del Nord nel 1983. Si è trasferita a 16 anni a Aylesbury, ha studiato religione e politica alla Scuola di Studi Orientali e Africani della London University. Era la moglie del terrorista suicida Jermaine Lindsay, l’uomo che si è fatto saltare in aria nella metropolitana di Londra il 7 luglio del 2005, uccidendo 52 persone. Si sono conosciuti quando lei aveva 17 anni. Due anni dopo si è convertita all’Islam. In seguito all’attentato è stata interrogata e ha detto di non conoscere le attività del marito. Ha anche condannato l’accaduto.

IL QUARTO FIGLIO

Nel 2007 si è trasferita in Kenya con i figli ed è cominciata la sua ascesa all’interno dell’organizzazione terroristica. Le autorità hanno scoperto un appartamento affittato da lei riempito con esplosivi simili a quelli utilizzati dal primo marito nella metropolitana a Londra.
Il secondo marito era anch’egli islamico ed è morto nelle stesse circostanze. A giugno del 2010, una donna bianca che si faceva chiamare Asmaa Shahidah Bint-Andrews partorì in una clinica fuori Johannesburg, ma il suo era solo un nome fasullo per coprire quello di Samantha Lewthwaite. La donna aveva anche un falso passaporto sudafricano (nella foto).

TRA DAVID BECKHAM E BIN LADEN  

I media britannici l’hanno ribattezzata “White widow” (Vedova bianca). Nei suoi quaderni, sequestrati nel 2011, elogiava i kamikaze che massacrano occidentali e augurava lo stesso destino ai figli. Le sue poesie erano dedicate a Osama Bin Laden. Ma non sempre è stata così: secondo il quotidiano The Sunda adolescente Lewthwaite amava leggere “frivole” notizie di gossip e seguiva ogni passo di David Beckham.

CON I GIOVANI E LE DONNE 

Lewthwaite si è sottoposta a vari interventi di chirurgia plastica e, nonostante l’Interpol l’insegua in più di 200 Paesi, ancora non c’è traccia di lei. Nel 2014 è stata data per morta da un’agenzia russa che sosteneva fosse stata ammazzata da un cecchino ucraino a Lugansk. Per il Daily Mail, la “Vedova Bianca” è ancora in vita e secondo alcune fonti si troverebbe in Siria, dove addestra terroristi dello Stato Islamico. La ragazza è specializzata nell’arruolamento di aspiranti jihadisti, soprattutto giovani donne, incoraggiate a diventare kamikaze per denaro. A giugno del 2012 ha guidato un gruppo di terroristi che hanno lanciato granate in un bar di Mombasa, uccidendo tre persone e ferendone 50.

A CAPO DELLE COMUNICAZIONI

Lewthwaite si dedica alla propaganda e alla strategia di comunicazione di Al Shabaab. Un capo dell’intelligence somala ha confermato al Mirror che “questa donna è salita nella scala gerarchica. È una delle figure più importanti all’interno del gruppo terroristico. Non compie attentati in prima persona, è troppo importante, ma è responsabile di tante morti, di centinaia di morti. Convince i bambini che dopo avere ucciso darà soldi alle loro famiglie”. “Sappiamo che si è circondata di altri britannici – ha detto la fonte – perché non parla bene il somalo. I suoi luogotenenti e bodyguard sono inglesi”.



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