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Basta ideologismi sul Ttip. Parla Paolo De Castro

Il 2015 potrebbe essere l’anno buono per portare a termine il lungo e tortuoso percorso del Ttip (Transatlantic trade and investment partnership), l’accordo commerciale di libero scambio tra Stati Uniti e Unione europea. E se dall’altra parte dell’Oceano Atlantico nel giro di poche settimane potrebbe arrivare un segnale decisivo verso questa direzione, è arrivato il momento che anche in Italia si lascino da parte gli ideologismi per entrare nel merito della discussione.

Ne è convinto Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo, e lo dice senza troppi giri di parole a margine della presentazione del suo libro “Cibo. La sfida globale” tenutasi ieri pomeriggio a Bologna. Prima di sedersi al tavolo dei relatori insieme all’ex premier nonché suo professore Romano Prodi e all’ex titolare del Turismo nel governo montiano Piero Gnudi, ora presidente di Nomisma nella cui sede si è svolta la conferenza, l’ex ministro all’Agricoltura De Castro si è soffermato a parlare del Ttip con Formiche.net.

LA SVOLTA E’ VICINA

“Per il Ttip sono giorni cruciali – esordisce l’eurodeputato del Pd nonché fedelissimo prodiano -. Entro la prossima settimana, o al massimo quella successiva, il Congresso americano si esprimerà con un voto sul ‘fast-track’”, che altro non è se non quel provvedimento che consente un’approvazione rapida del Trattato dal momento che i parlamentari hanno la possibilità di votare esprimendosi a favore o contro rispetto all’intero pacchetto, senza emendamenti su singoli articoli o commi. Correggendo quanto pubblicato su alcuni media italiani, De Castro spiega infatti che “non è vero che il ‘fast-track’ sia stato già approvato, l’amministrazione Obama non ha avuto l’autorizzazione né per il Ttip né per il Tpp (Trans pacific partnership), non sono tanti voti per tanti accordi, il voto è unico, se lo danno per l’uno vale anche per l’altro”. Quindi “il voto è atteso per la settimana prossima, adesso si vota in una Commissione ma il voto importante è al Senato americano. Se quel voto ci sarà e sarà positivo, e se ci sarà anche in Parlamento europeo a partire da giugno – aggiunge l’ex ministro –, è chiaro che bisognerà rimboccarsi le maniche e iniziare a riflettere partendo dai contenuti e dal merito”.

BASTA CON I NO IDEOLOGICI

Secondo De Castro, finora su un tema così delicato che riguarda 50 Stati americani e 28 europei per un totale di 820 milioni di cittadini che rappresentano il 45% del Pil mondiale, “si è parlato solo di un no ideologico al pari di altri no come no Tav e no Expo”. E’ quindi arrivato il momento di “entrare nel merito, parlare di contenuti, senza ideologismi e antiamericanismi di sorta”, nella speranza – come ha auspicato in passato lo stesso premier Matteo Renzi – che il 2015 sia “l’anno buono”. “Mi auguro che sia così – aggiunge l’eurodeputato dem -, la mia relazione in Commissione Agricoltura ha preso 27 voti a favore e 18 contrari, sono molto contento di questo risultato, ma la sfida vera non è lì, è al Congresso americano e subito dopo al Parlamento europeo”. Dove però qualche segnale di insofferenza nei giorni scorsi ha portato ad alcuni colpi di scena nelle aule delle Commissioni di Bruxelles.


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