Nuovo attacco terroristico contro la Tunisia, questa volta fuori dal territorio nazionale. La milizia armata “Alba della Libia” ha sequestrato il 18 maggio 172 cittadini tunisini che si trovavano nel quartiere di Salahuddin a Tripoli. La notizia è stata confermata dalle autorità di Tunisi ai media. Sono in corso le trattative per una soluzione negoziata.
SEQUESTRO A TRIPOLI
Secondo il sito arabo Albawaba, la milizia è legata alla coalizione filo-islamica Fajr che controlla Tripoli. Il sottosegretario agli Affari esteri, Touhami Abdouli, resta ottimista. Alla radio Shems FM ha dichiarato: “Stiamo facendo gli sforzi per risolvere il sequestro sul piano politico”. L’attacco della milizia sembra essere stata una risposta all’arresto di un leader di “Alba della Libia” all’aeroporto di Tunisi. Il console tunisino in Libia, Ibrahim al Razqi, ha detto che “i connazionali sequestrati non hanno subito violenze”.
GIOVANI STUDENTI DI CLASSE MEDIA
Un’altra rivelazione collega la Libia e la Tunisia sul piano del terrorismo. A due mesi dall’attacco al Museo del Bardo a Tunisi, un reportage di Reuters sostiene che gli attentatori “erano giovani della classe media, istruiti e con un futuro promettente”. “Uno dei giovani è stato un bravo studente di lettere e aiutava il padre nella coltivazione di ulivi della famiglia nell’isolata comunità agricola al confine con l’Algeria. L’altro aveva vissuto nella capitale Tunisi, gli piaceva la moda e aveva lavorato come agente di viaggio. Jabeur Khachnaoui e Yassine el-Abidi facevano parte di famiglie della classe media. Avevano buona istruzione. Il 18 marzo si sono riuniti per attaccare Museo del Bardo della Tunisia… Dopo tre ore hanno ucciso 22 persone, tra cui francesi, italiani, giapponesi, russi e spagnoli. Sono morti durante l’irruzione delle forze dell’ordine nell’edificio”, racconta Reuters.
DELUSIONE E DISOCCUPAZIONE
Le Primavere arabe non hanno soddisfatto le aspettative. Il caos e la violenza hanno preso il sopravvento, favorendo la diffusione dell’estremismo islamico. I giovani che si sono battuti per la democrazia, l’uguaglianza e contro i regimi autoritari, non vedono ripagati i propri sacrifici e hanno deciso di manifestare il proprio scontento arruolandosi nelle organizzazioni fondamentaliste islamiche.
Secondo un sondaggio di ASDA’A Burson-Marsteller, solo un terzo dei giovani dell’Africa del Nord e il Medio Oriente crede ancora nella democrazia. Sostengono che lo Stato Islamico è una grande minaccia, ma solo meno della metà crede che i governi possano sconfiggerlo. Solo il 30% sostiene che il mondo arabo è in migliori condizioni dopo le rivolte delle Primavere Arabe e il 64% pensa che la democrazia non funzionerà mai nella loro regione.
I giovani sono una delle principali risorse di Medio Oriente e Africa. Dal Golfo Persico all’Oceano Atlantico, il 60% della popolazione araba ha meno di 25 anni: in totale circa 200 milioni di ragazzi, di cui il 25% è disoccupato. Sono loro il battaglione che lo Stato Islamico vuole, e riesce, ad arruolare.