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Ecco quanto guadagnano i Ceo dei grandi gruppi americani dei media

Le azioni calano, gli stipendi crescono. E’ quello che succede nel mondo dei media americani: mentre i titoli sul mercato perdono punti, i Ceo delle 11 maggiori media companies a stelle e strisce hanno guadagnato in media 32,9 milioni di dollari (ciascuno) nel 2014, molto più dei Ceo degli altri gruppi industriali rappresentati nello Standard & Poor 500. I dati sono stati estratti dalle comunicazioni al regolatore che gli stessi gruppi dei media sono tenuti a fare e sono stati analizzati dalla società di consulenza Farient Advisors per Reuters. Al secondo posto, per entità degli stipendi, ci sono i Ceo dei grandi distributori del settore Food (come WalMart) con 24,5 milioni di dollari, ma il settore dove gli stipendi sono cresciuti di più (+46%) è quello farmaceutico.

FAMIGLIE CON IL CONTROLLO TOTALE

Il 2015 si prepara dunque a diventare il settimo anno consecutivo in cui gli executive dell’industria dei media risultano i paperoni della Corporate America. Negli anni passati, gli stipendi d’oro erano giustificati con la crescita dei fatturati e delle azioni, che facevano meglio della media del mercato. Ma nel 2014 il ritorno totale medio delle 11 maggiori aziende dei media studiate da Farient è stato del 10,76% contro il 13,69% dell’indice S&P 500.

Il settore vive una fase di debolezza, incapace di far crescere la raccolta pubblicitaria e pressato dalla concorrenza dei video su Internet, fattore che riguarda soprattutto, ma non solo, i tradizionali gruppi della pay-Tv, spiega Reuters. Gli stipendi d’oro servirebbero a trattenere i talenti migliori in un settore in trasformazione e altamente competitivo, dicono le aziende stesse. Ma per gli esperti potrebbe esserci un’altra spiegazione: diverse grandi aziende dei media sono controllate dai top manager e dalle loro famiglie e non temono obiezioni all’interno dei Cda. I Ceo delle aziende non controllate pesantemente da singole famiglie ne beneficiano comunque perché gli stipendi vengono allineati alla media del mercato.

Robert McCormick, chief policy officer di Glass Lewis & Co, spiega: “Gli azionisti che hanno il controllo dell’azienda possono decidere di pagare gli stipendi che vogliono” e di non tenere in alcuna considerazione i pareri degli altri shareholder. Per esempio Sumner Redstone, 91 anni, controlla circa l’80% delle azioni con diritto di voto di Cbs e Viacom tramite una holding. Finora, quest’anno, i Ceo di Discovery Communications, Cbs, Walt Disney e Viacom rappresentano il primo, terzo, quarto e quinto Ceo più pagato dell’S&P 500. L’unico Ceo di un gruppo non-media tra i paperoni è Steven Mollenkopf di Qualcomm, il colosso californiano dei chip, che è secondo.

IL CASO DISNEY

Spesso nell’industria dei media “la paga non riflette la performance”, dichiara Michael McCauley, senior officer del Florida State Board of Administration, che gestisce fondi pensione per i dipendenti dello Stato della Florida e di altri enti locali e ha azioni in Discovery Communications, Cbs, Walt Disney e Viacom. A inizio anno l’ente della Florida si è espresso “contro” il compenso deciso per il Ceo della Disney Robert Iger anche se le azioni Disney sono andate bene. A preoccupare è la clausola che prevede di assegnare a Iger un premio ulteriore di 60 milioni di dollari se la Disney centrerà una serie di obiettivi entro il 2018. Iger ha già ricevuto 46,5 milioni da settembre 2013 a settembre 2014.

La Disney si difende dicendo che il 92% del compenso di Iger si basa sui risultati, che le azioni dell’azienda sono a livelli record e che la Disney ha restituito 51 miliardi di dollari agli azionisti con operazioni di riacquisto di azioni proprie e dividendi dal 2005.

Ci sono anche i casi di gruppi dei media che non premiano i Ceo se le azioni vanno male, come accaduto per la Time Warner, dove l’anno scorso il compenso del Ceo Jeffrey Bewkes è aumentato solo dell’1% a 32,9 milioni. Sono casi come questi che fanno sì che l’aumento medio degli stipendi dei Ceo degli 11 maggiori gruppi dei media Usa si sia comunque mantenuto al 5% nel 2014. L’inflazione in America è cresciuta solo dello 0,8% ma d’altro canto gli stipendi di altri gruppi industriali rappresentati nell’S&P 500 sono saliti molto di più, come nel Pharma, Biotech and Life Sciences, dove i Ceo hanno guadagnato l’anno scorso il 46% di più (16 aziende studiate da Farient) per una media di 19,8 milioni di dollari.

IL PIU’ PAGATO

Ma come ci sono aziende dei media più parche coi loro Ceo, così ce ne sono altre estremamente generose. Discovery (l’azienda dei canali via cavo Discovery Channel e Animal Planet) è una delle più piccole di quelle studiate e il prezzo delle sue azioni è sceso addirittura del 25% nel 2014. Ciononostante il suo Ceo David Zaslav è, almeno per ora, il Ceo più pagato dell’S&P 500 con 156 milioni di dollari, quattro volte di più di quanto guadagnava nel 2013 e più del doppio di quanto Forbes stimava guadagnasse l’anno scorso l’attore più pagato di Hollywood, Robert Downey jr. (75 milioni di dollari).

Il Cda (ma solo col 59% dei voti) ha dato a Zaslav un nuovo contratto di sei anni a inizio 2014 per “gli eccezionali risultati” ottenuti sotto la sua guida, come la crescita della capitalizzazione di mercato (quattro volte più grande, a 20 miliardi di dollari, da quando è Ceo). Con questo contratto Zaslav ha stock e opzioni valutate 145 milioni, legate alle prestazioni.

Altro esempio lampante è quello del Ceo di Viacom Philippe Dauman, che da settembre 2013 a settembre 2014 ha guadagnato il 19% in più, 44,3 milioni di dollari, anche se le azioni Viacom sono scese dell’8%.

Il Ceo di Cbs Leslie Moonves si è invece visto tagliare lo stipendio del 13% perché le azioni Cbs sono scese del 13%. Così nel 2014 ha guadagnato 57,2 milioni anziché 66,9 milioni come nel 2013. Tuttavia si è visto anche coprire spese per i trasporti per 702.855 dollari. Inoltre, Moonves ha uno dei migliori “paracadute” d’America, cioè condizioni d’oro se lascia il posto o viene mandato via. A seconda delle circostanze, potrebbe ottenere tre volte il suo salario e bonus di base, più altri pagamenti valutati sui 225 milioni di dollari. Inoltre, ha l’opzione di restare in Cbs come “consulente senior” per cinque anni, con un compenso di 35 milioni per quel periodo.

TUTTI GLI STIPENDI DELLA CORPORATE AMERICA

Gli stipendi dei Ceo, di tutti i settori, negli Stati Uniti, sono cresciuti del 16% nel 2014 a 13,5 milioni di dollari, secondo l’ultimo studio AFL-CIO (un’organizzazione sindacale).

Lo stipendio medio dei Ceo americani riportato da questo studio è in linea con quello calcolato da S&P Capital IQ (12,7 milioni di dollari) e la media di 14,3 milioni stimata per le 100 maggiori aziende Usa da Equilar e Towers Watson. A proposito di grandi retailer, i cui Ceo sono secondi solo a quelli dei media per guadagno, il numero uno di WalMart C. Douglas McMillon ha avuto 19,4 milioni nel 2014, di cui 1,2 milioni sono la paga di base, 14,6 milioni i premi in azioni e 2,9 milioni incentivi non-equity.

Sorpresa, negli Stati Uniti le Ceo donna guadagnano di più, in media 18,8 milioni di dollari, secondo un’analisi di Usa Today su dati S&P Capital IQ e Bespoke Investment Group. Il calcolo si basa sugli stipendi di 21 delle 22 Ceo donne nello Standard & Poor 500, tra cui la numero uno di Yahoo Marissa Mayer, Marillyn Hewson di Lockheed Martin e Carol Meyrowitz del retailer TJX.



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