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Il Foglio passa da Berlusconi ad Arpe e Mainetti

“Il direttore Claudio Cerasa non è in discussione”. Così dicono ambienti vicini alla cordata che sta per rilevare la proprietà Il Foglio. Il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara avrà a breve nuovi soci. La società che fa capo a Paolo Berlusconi e al parlamentare forzista Denis Verdini stanno per vendere le quote (rispettivamente il 48% e il 20% dell’attuale assetto del Foglio) alla Sator di Matteo Arpe e al fondo immobiliare Sorgente della famiglia Mainetti, scrive oggi il quotidiano Italia Oggi. “Mainetti – scrive Camilla Conti sul Fatto Quotidiano di oggi – pare sia sponsorizzato dallo stesso Ferrara”.

La novità è la presenza del gruppo immobiliare che fa capo a Walter Mainetti – attivo da anni e anche all’estero nel settore della finanza immobiliare – nella cordata di nuovi azionisti che rileverà la proprietà del quotidiano diretto da quattro mesi da Claudio Cerasa. Infatti le mire editoriali di Matteo Arpe, anche sul Foglio, erano note da tempo. D’altronde, dopo aver comprato le quote di maggioranza della società News 3.0 (che edita tra l’altro il sito Lettera 43 fondato dal giornalista Paolo Madron), l’ex banchiere di Capitalia puntava a rilevare anche il quotidiano l’Unità. Ma i vertici renziani del Pd avrebbero preferito altri soci: prima Guido Veneziani e poi anche la famiglia Pessina.

Nel frattempo, comunque, la Sator di Arpe ha firmato una lettera di intenti per rilevare un settimanale (Pagina 99, che ha cessato le pubblicazioni) e – secondo quanto scrive oggi Claudio Plazzotta di Italia Oggi – punta ad acquisire un altro periodico. Nelle attività extra finanziarie di Sator rientra anche una quota di rilievo del Cer (Centro europa ricerche), il centro studi fondato dall’ex ministro Giorgio Ruffolo.

Il nuovo assetto azionario del Foglio, dopo il passaggio formale delle azioni e un aumento di capitale da circa 2 milioni di euro per ripianare le perdite, sarebbe questo: Sator di Arpe con il 40%, Sorgente di Mainetti con un altro 40% e una quota diluita per Ferrara che ha finora circa il 14%. Potrebbero rimanere altri soci minori come la famiglia Zuncheddu.

L’aumento di capitale sarà necessario per rimettere in pista i conti, scrive Il Fatto, visto che “il quotidiano politico fondato nel 1996 ha chiuso in rosso il 2013 per oltre 658mila euro obbligando i soci ad aprire le tasche per coprire il buco e nel 2014 il margine operativo lordo è calato da 370mila a 206mila euro”. E in prospettiva il quotidiano fondato da Ferrara potrebbe vedersi progressivamente ridurre i contributi pubblici per organi di partito e cooperative: il Foglio dal 1997 ha incassato contributi statali per l’editoria pari a 50 milioni 899 mila euro, ha calcolato il Fatto Quotidiano.

Fra gli addetti ai lavori, la notizia che il prossimo dominus azionario del Foglio sarà l’ex banchiere di Capitalia, Arpe, sta facendo sensazione, visto per anni il quotidiano fondato dal Ferrara ha avuto il sostegno di Cesare Geronzi, presidente di Capitalia, che ha avuto una burrascosa coabitazione nella banca romana proprio con l’ex capo azienda di Capitalia, Arpe.

Resta ora da vedere – come si vocifera ambienti politici – la convivenza del non troppo renziano Arpe in una testata molto renziana come il Foglio. Ma il pallino societario potrebbe rimanere di fatto nelle mani di Ferrara se, come scrive il Fatto, Mainetti è stato coinvolto come socio dal fondatore del Foglio.



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