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La danza macabra attorno all’euro

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento di Armando Siri, responsabile economico di “Noi con Salvini”

L’Euro si fa, l’euro si disfa. La ciclicità è uno degli elementi caratterizzanti dell’economia e lo è ancora di più se questa “economia” assume i connotati di finanza speculativa e di politica monetaria in mano al mercato e non più agli Stati. Il fine del mercato si sa è il profitto che mal si concilia con quello delle nazioni che dovrebbe essere il “bene della propria comunità”. Ma queste sono faccende complicate da capire, troppo “tecniche” e poco politiche. Se un Governo ti regala 80 euro, che ti importa da dove arrivino, ciò che conta è che siano finiti nelle tue tasche. E questo vale per lo stipendio, la pensione, e le entrate in genere. Sulle uscite ci sarebbe invece da discutere ma non è questa l’occasione.

La “Miranda” del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde ha sdoganato il tabù di un’uscita dal sistema monetario europeo della Grecia ma si affretta a rassicurare i mercati che questa debacle non produrrà conseguenze alla Moneta Unica. Peccato che si capisca subito quando certa gente ti vuole ingannare, e le facce di questi burocrati hanno stampato il sorriso plastico di chi, mentre ti parla di ciò che non succederà mai, ha in realtà già fatto i conti dei propri guadagni grazie al fatto che succeda.

Ma nulla avviene per caso, tantomeno certi guadagni che per realizzarsi hanno bisogno di determinate condizioni. Nella fattispecie adesso perché si realizzino c’è bisogno che i tassi siano bassissimi, e ci siamo, ci sia a “sistema” tanta liquidità e anche qui ci siamo grazie al QE spacciato da Draghi come la salvezza dalla stagnazione, e linfa mai arrivata a famiglie e imprese, ma utilizzata invece da fondi d’investimento e banche per comprare titoli di Stato, immobili, aziende, e quant’altro ci sia sul mercato a basso costo.

Poi una volta rastrellato tutto, boom salta il Banco, l’Euro, chiamatelo come volete, il colpevole c’è già, la cattiva Grecia, ma la febbre nel frattempo tenuta a livelli da collasso comincia a risalire vertiginosamente. Ecco, il gioco è fatto. Chi ha comprato a pochissimo ritornerà a vendere e quindi a guadagnare moltissimo, saliranno i tassi e i rendimenti e il signor Mercato tornerà euforico mentre il Popolo (una volta si diceva bue) paga.

Del resto chi è causa del suo mal pianga se stesso, e se tutto è ciclico, non solo in economia, è normale che questo avvenga. La storia insegna, e domenica si vota o si fa il ponte.

Armando Siri

responsabile economico di “Noi con Salvini”

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