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La morale delle riforme: ritrovare la “durezza del vivere”

KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERAmi sono scontrato – invero, altra definizione non trovo – in un articolo di tommaso padoa schioppa pubblicato sul corsera del 26 agosto 2003 (“berlino e parigi ritorno alla realtà”), nel quale leggo: “nell’europa continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del lavoro, della scuola e in altri ancora. Ma dev’ essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’ individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualità“. un passo illuminante, che svela come le riforme strutturali, dietro logiche economiche, dissimulano una ben precisa concezione dell’uomo e della umana convivenza. altro che tramonto delle ideologie …. vengono alla mente le pagine di natalino irti sulla tecnocrazia:  “Non basta conoscere le cose come sono (ufficio che può ben demandarsi a ‘esperti’ e ‘tecnici’ della materia), ma occorre volere che esse siano o non siano in un certo modo; questo volere, questo impeto di cambiare la realtà, postula un’interpretazione della vita e della storia, un guardare oltre l’arida pianura della quotidianità. Non c’è ideologia senza filosofia; non c’è filosofia, che voglia farsi azione nel mondo, senza ideologia”,


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