Nel pomeriggio di ieri, dichiarazioni di fonte greca diffuse da Reuters e Bloomberg hanno parlato di una riunione con le tre istituzioni per iniziare a scrivere la bozza dell’accordo, affermazione interpretata dai mercati come foriera di una soluzione imminente. Tuttavia, la stessa fonte ammetteva che il FMI non era allineato, mentre poche ora prima la Commissione Europea aveva sottolineato il persistere di divergenze ancora da colmare.
I PIANI E LE INDISCREZIONI
La medesima fonte greca, poi, affermava che l’accordo prevede un obiettivo sul saldo primario più basso il primo anno (credibile), una riforma dell’IVA (credibile) e nessun taglio a pensioni e salari (possibile), mentre potrebbe includere misure di alleggerimento del debito nel lungo termine e un piano di investimenti. Messaggi positivi sono stati poi lanciati anche dal primo ministro Tsipras, apparso in compagnia del ministro delle Finanze.
IL SIRTAKI DI TSIPRAS
Molta cautela è necessaria nell’interpretare queste uscite: il governo greco ha un gran bisogno di contrastare la fuga dei capitali, necessità che lo rende incline a dipingere sistematicamente un quadro più roseo della realtà. Il presidente dell’Eurogruppo ieri sera ha commentato che serve uno sforzo maggiore da parte dei greci per concludere un accordo.
IL RUOLO DI DRAGHI
La BCE non ha aumentato il limite dell’ELA per le banche greche, che rimane perciò a 80,2 miliardi.