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Marco Carrai e Gianni Letta presenteranno “La prova del potere” di Giuliano Da Empoli

Fervono i preparativi per la presentazione romana dell’ultimo libro di Giuliano Da Empoli. L’appuntamento è il 19 giugno all’associazione Civita per discutere de La prova del potere, il saggio del politologo, già assessore con Matteo Renzi a Firenze, ora editorialista del quotidiano Il Messaggero e uno dei consiglieri del presidente del Consiglio.

Per questo non sarà solo un caso se a presentare il libro edito da Mondadori ci sarà Marco Carrai, manager e imprenditore vicino al premier. Ma in perfetto stile bipartisan a presentare il saggio di Da Empoli ci sarà anche Gianni Letta.

Un titolo (“La prova del potere”) quasi autobiografico per Da Empoli, vista l’esperienza in corso a Palazzo Chigi. Ma un titolo che si attaglia anche alla prova governativa di Renzi.

D’altronde, scrive Da Empoli, nelle conclusioni del libro, “la sfida oggi è far diventare adulta la Seconda Repubblica. E il paradosso è che il compito tocchi proprio alla generazione più giovane”. A quella generazione “che è stata descritta per anni come la più immatura, la meno coraggiosa e la più schiacciata sul presente”, si legge. Ora – secondo il saggista – “a questa generazione segnata dalla precarietà, dall’abolizione del lungo periodo in tutti gli ambiti della vita, personale e professionale, si chiede precisamente di farsi carico del lungo periodo. Di mettere al centro la sostenibilità in tutte le sue forme. Di riannodare i fili di una continuità interrotta da anni di gioiosa euforia degli abissi”.

Una continuità orgogliosa dell’Italia e che non vuole scopiazzare alcuno. “Diventare ciò che siamo”, questa una delle sfide indicate da Da Empoli. Ovvero: “Smettere di scimmiottare gli altri. Il modello tedesco, l’esempio scandinavo, il sogno americano e perfino la movida spagnola. Da più di cinque secoli, l’Italia ha il suo modello. È complicato, poco ortodosso e difficile da classificare. Come dice qualcuno: se pensate di aver capito, vuol dire che ve l’hanno spiegato male”.

E qual è il modello italiano? “Si fonda sulla cultura, sul gusto di vivere, sull’idiosincrasia irriducibile di milioni di individui”.


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