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Tasi, ecco come il fisco molesta i contribuenti

Le polemiche di queste ore sulle modalità di pagamento della TASI rivelano che la lezione degli ultimi anni non è proprio servita. Anche quest’anno, oltre a dover sopportare un carico fiscale senza precedenti e quasi triplicato rispetto al 2011, i contribuenti – a poco più di un mese dalla scadenza del termine per il versamento dell’imposta – sono alle prese con incertezze applicative indegne di un Paese civile.

Non solo l’originario obbligo per i Comuni di invio dei bollettini di versamento precompilati è stato poi trasformato in mera facoltà, condizionata alla richiesta dei singoli contribuenti. Ma si ha notizia, per giunta, che solo pochi Comuni si stiano organizzando per far fronte a tale incombenza. Il tutto, mentre l’associazione dei Comuni, attraverso la sua Fondazione Ifel, nega addirittura la sussistenza dell’obbligo anche in caso di richiesta del contribuente.

Desta stupore, poi, il fatto che l’Anci-Ifel affermi che ad oggi non sia stato ancora emanato il decreto attuativo che consente l’invio del bollettino precompilato, quando tale provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale esattamente un anno fa. Per i contribuenti, come accade ormai dal 2012, si prepara insomma un altro anno in cui saranno calpestati i più elementari principi di civiltà giuridica, oltre che di rispetto della legge sullo Statuto dei diritti del contribuente.


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