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Che cosa ho visto e sentito in piazza San Giovanni a Roma

Io c’ero. E con me la mia famiglia. Una piazza strapiena come non se ne vedevano da tempo.

Un successo straordinario, oltre ogni aspettativa, con più di un milione di persone che hanno riempito piazza S. Giovanni e le strade limitrofe.

Una folla accorsa da tutta Italia, centinaia di migliaia di famiglie con tantissimi bambini giovani e nonni, per difendere il diritto dei figli ad avere un papà e una mamma, il diritto dei genitori ad essere i primi educatori dei loro figli, per difendere la famiglia dall’assalto a cui è sottoposta in parlamento, e per difendere i bambini dall’ideologia di gender che si vuole introdurre nelle scuole.

Nel mirino dei manifestanti, i disegni di legge Cirinnà sulle unioni civili, il ddl Fedeli sull’introduzione del gender nelle scuola, il ddl Scalfarotto che vuole introdurre il reato di omofobia.

Tutte iniziative accomunate dalla visione, propria dell’ideologia gender, secondo cui l’identità di genere, cioè la personalità di ciascuno è frutto di libera scelta e di un processo culturale, e non di ciò che la natura e la biologia hanno stabilito.

Con l’ovvia conseguenza che se maschile e femminile sono concetti interscambiabili e che esiste una gamma vastissima di generi, bisogna distruggere gli stereotipi culturali che sino ad ora hanno ingabbiato uomini e donne a tutto svantaggio (manco a dirlo), delle seconde sui primi.

Un’opera di rieducazione a partire ovviamente dalla scuola, ciò che agli occhi dei manifestanti rappresenta un grave pericolo per la crescita dei bambini, oltre che un sopruso nei confronti dei genitori che sono a norma di Costituzione i primi educatori dei figli.

Bellissimi tutti gli interventi, da quello iniziale di Massimo Gandolfini, portavoce del Comitato Difendiamo i nostri figli che ha promosso la manifestazione, ad Alfredo Mantovano, Gianfranco Amato (che ha dato una stoccata indiretta a Cl citando una frase di Giussani…), Costanza Miriano, Simone Pillon, Mario Adinolfi.

E a riprova che la manifestazione non era confessionale o partitica, ci sono stati gli interventi dell’Imam di Centocelle e del rappresentante dell’Assemblea Evangelica, oltre alla lettera inviata dal rabbino capo di Roma, Di Segni.

Per non parlare dell’associazione Agapo, che raggruppa genitori di persone omosessuali, che in una lettera inviata al comitato ha detto che il ddl Cirinnà farebbe del male soprattutto agli omosessuali. In chiusura, l’intervento di Kiko Arguello, fondatore del Cammino Neocatecumenale.

Insomma, una piazza politicamente scorrettissima (Gandolfini all’inizio ha detto che sono state invitate le autorità per un saluto ma nessuno è venuto) ma  proprio per questo realmente autentica, dove oltre un milione di persone hanno fatto sentire la loro voce  per difendere in una società dove tutti invocano i diritti, i diritti degli unici che non hanno voce, i nostri figli.


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