Se sui numeri di Finmeccanica splende il sole, sull’orizzonte industriale resta comunque qualche nuvola. Lo indica l’esito di tre gare importanti per le attività aeronautiche e industriali del gruppo italiano, conclusesi nelle scorse settimane in modo diverso dalle attese.
Per l’Alenia Aermacchi M-346, l’avventura del T-X, il futuro addestratore avanzato statunitense, si è chiusa prima ancora di iniziare. Scorrendo il requisito pubblicato dal Pentagono il 20 marzo scorso, si nota che l’Usaf si accontenta di un modesto risparmio di consumi (appena il 10% rispetto all’arcaico T-38 oggi in servizio), ma postula aerodinamica per il volo supersonico (pur tacendo sulla richiesta di prestazioni supersoniche) e ratei sostenuti di virata a Mach 0,9 tali da richiedere quasi certamente il postbruciatore che l’M346 non possiede.
Alcune richieste sembrano più politiche che tecniche, come il costo di 8mila dollari per ora di volo, comprese le spese per il supporto indiretto. Quanto sia realistico tenere insieme prestazioni e costi è tutto da vedere, ma resta il fatto che il 27 marzo scorso General Dynamics ha annunciato il suo ritiro, facendo decadere l’alleanza stretta con Alenia Aermacchi poco più di due anni fa.
È stato poi il turno di AgustaWestland, che in aprile nella gara per l’elicottero da trasporto tattico polacco ha visto il proprio Aw149 battuto dal vecchio Ec725 Caracal di Airbus Helicopters (il nuovo nome dello storico rivale Eurocopter). Formalmente non tutto è perduto, perché si tratta di una preselezione che dovrà essere confermata da due mesi di prove. E anche in caso di successo, l’ordine sarà di 50 esemplari contro i 70 inizialmente immaginati. Ed è ancora aperta la gara per l’elicottero da attacco, il cui quantitativo dovrebbe passare da 12 a 30 esemplari.
Resta il fatto che da quando AgustaWestland ha acquisito Pzl Swidnik (2010), per Finmeccanica la Polonia è un mercato domestico. Se si considerano l’età dell’Ec725 (derivato vent’anni fa dal Puma degli anni 60) e l’assenza di contenuto industriale locale (che avevano AgustaWestland e Sikorsky, l’altro sconfitto), la spiegazione potrebbe essere politica. In effetti lo sbigottimento in Polonia è stato forse maggiore che in Italia. Ma anche così, per l’Aw149 è la seconda sconfitta dopo quella in Turchia del 2011. L’ultima doccia fredda è venuta dal Qatar, che ha ordinato 24 Dassault Rafale del valore di 6,3 miliardi di euro compreso l’addestramento di cento piloti. In questo caso, per dirla tutta, l’Eurofighter era fuori gioco da un paio d’anni, ma per il suo concorrente francese si tratta del terzo successo dopo India ed Egitto. Anche qui gioca probabilmente un fattore politico (“la Francia per i suoi alleati c’è sempre”, ha commentato il presidente Hollande, con tono più gollista che socialista).
A bilanciare le notizie negative c’è la parziale riapertura del mercato militare indiano, che si era chiuso in seguito all’inchiesta italiana per le presunte tangenti pagate per la vendita degli elicotteri Aw101 in versione Vip. Il processo in Italia si è chiuso senza condanne per gli imputati, ma il contratto in India resta sospeso in nome delle autonome verifiche nazionali (che, come il caso marò insegna, non sono propriamente rapide). Il nuovo ministro ha però riaperto ad AgustaWestland la possibilità di partecipare alle gare (le principali sono per elicotteri multiruolo leggeri e da ricognizione), per le quali è comunque richiesto un capocommessa indiano.
La grande sfida resta sempre quella di aggiudicarsi commesse importanti sui mercati esteri, anche per compensare la sempre maggiore contrazione del mercato nazionale di Finmeccanica. Ma la sfida risiede anche nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti, frutto anche di un’opportuna e davvero fattiva collaborazione europea nell’ambito della quale l’Italia e Finmeccanica devono rivendicare con forza una posizione di leadership soprattutto in quegli ambiti in cui possono esprimere alti livelli di eccellenza.
Ci si riferisce in particolare al settore degli Uav, dove in tempi relativamente recenti Finmeccanica si trovava in una posizione d’avanguardia in Europa e dove l’Aeronautica militare ha maturato una notevole esperienza operativa in oltre dieci anni di presenza nei diversi teatri. Lo sviluppo di un Male europeo (Medium altitude long endurance), progetto da più parti “auspicato”, non potrà prescindere da tale posizione-chiave dell’Italia maturata sul campo e che va difesa con forza e convinzione.
(estratto di un’analisi pubblicata dalla rivista Airpress)