L’esercito israeliano ha intenzione di consolidare gli investimenti relativi al cyber, alla formazione e alla pianificazione per operazioni difensive e offensive sotto l’egida di un Cyber Command unificato che vedrà la luce entro il 2017.
OBIETTIVI DEL CYBER COMMAND
Una volta installato e funzionante, il nuovo Cyber Command integrerà le capacità difensive, attualmente fornite dal corpo C4I della Israel Defense Forces (IDF), con le operazioni di assembramento e offensive oggi svolte dalla Unit 820 e da altre comunità associate della Military Intelligence. Il progetto è stato presentato lo scorso 15 giugno dal generale Gadi Eisenkot, capo di stato maggiore dell’IDF, che ne ha illustrato l’importanza per quel che riguarda la formazione, l’organizzazione e l’equipaggiamento delle forze affinché operino olisticamente nel settore cibernetico.
«L’IDF è necessario per eccellere in campo militare, in un contesto in cui la cibernetica sta assumendo un’importanza significativa ogni giorno di più», ha spiegato Eisenkot. «Questo nuovo sistema permetterà all’IDF di svolgere al meglio i suoi compiti e sfrutterà il vantaggio tecnologico e umano che già esiste in Israele», ha specificato il generale.
GLI INGENTI INVESTIMENTI IN INFORMATICA
Negli ultimi anni l’IDF ha investito molto in informatica, suddividendo la spesa in una miriade di dipartimenti. Gli esperti prevedono che il Cyber Command coprirà la maggior parte degli investimenti impiegati e riceverà finanziamenti aggiuntivi nel nuovo piano di finanziamento quinquennale delle IDF, il cosiddetto Piano Gideon. «Ci sarà richiesto di fare grandi investimenti in informatica» ha affermato il generale Nimrod Shefer, capo dei Piani IDF. «È un nuovo mondo che sta rapidamente avanzando. Israele è stata abbastanza saggia in questi ultimi anni a investire in informatica con l’obiettivo di eccellere nel settore. Questo non deve essere dato per scontato», ha aggiunto.
OPERAZIONI CYBER DIFENSIVE E OFFENSIVE
Gabi Siboni, un colonnello in pensione dell’IDF e che ora dirige il Cyber Security Studies presso il Tel Aviv University’s Institute for National Security Studies, ha accolto con favore la decisione dell’IDF di integrare l’intero spettro delle operazioni cyber. «Il legame tra operazioni cyber difensive e offensive è molto importante, e il fatto che fino ad ora siano stati visti come ambiti separati è assurdo», ha dichiarato a Defense News. «Questa decisione è importante poiché l’IDF dimostra di voler attuare un approccio sinergico a questa nuova dimensione» ha aggiunto. «Invece di concentrarsi solo sulle sfide nel breve periodo, è meglio adottare una visione orientata al futuro che meglio ci permetterà di affrontare eventuali minacce», ha specificato Siboni.
IL LEGAME CON L’OPERATIVE CYBER DEFENSE AUTHORITY
Il nuovo Cyber Command dell’IDF, per come si configura, potrà inoltre lavorare in maniera costruttiva con l’Operative Cyber Defense Authority (OCDA) che dovrebbe legare il settore militare con quello civile e farà riferimento direttamente all’ufficio del primo ministro. Tale organizzazione, come annunciato dal primo ministro Benjamin Netanyahu lo scorso settembre 2013, non è ancora operativa ma avrà il compito di «difendere l’intero stato di Israele sul fronte informatico. E quindi non solo le strutture più importanti e le organizzazioni per la sicurezza, ma anche i cittadini israeliani».