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Perché noi Popolari di Mauro stiamo intralciando Renzi in Parlamento

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Quante volte abbiamo avvertito Renzi che a governare con arroganza si corre il rischio, prima o poi, di pagare lo scotto? Quanto è avvenuto ieri in Commissione al Senato sulla costituzionalità della legge sulla scuola, grazie al voto determinante del nostro presidente Mario Mauro, è solo l’inizio. Se a questo si aggiunge la perdita di due milioni di voti nelle ultime elezioni regionali, si dimostra che il segretario del PD e presidente del Consiglio, malgrado l’enorme potere ormai assunto nelle sue mani, non è più imbattibile.

Al capo gruppo PD al Senato Zanda che, con infelice sarcasmo, aveva giudicato come insignificante la nostra uscita dal governo, vale la pena spiegare che quanto avvenuto in Commissione non è affatto un problema tecnico. L’assenza anche di tre senatori NCD dovrebbe far capire che c’è un problema politico non di poco conto che investe l’attuale maggioranza di Governo.

Se poi, a tutto ciò, aggiungiamo la pessima figura che stiamo facendo in Europa in materia di immigrazione, allora veramente c’è da pensare che l’arroganza del nostro premier sia solo un segno di debolezza e non di forza che caratterizza l’azione di Governo.

E’ accettabile che un Paese come il nostro, per quanto oggi sia screditato nel contesto internazionale, non venga tenuto in considerazione, pur essendo tra i fondatori dell’UE con una storia non certo paragonabile a quella di molti altri Paesi Europei? La “faccia feroce” invece di farla in Italia, la si faccia nel contesto UE, che pure dovrebbe essere la culla del diritto umanitario, dei principi di solidarietà verso i più deboli e che oggi sembra occuparsi prevalentemente di unioni civili ed omosessuali.

Per quanto riguarda, invece, il nostro contesto nazionale, una domanda sorge spontanea a chiunque utilizzi un po’ di razionalità: come mai tanti migranti hanno la possibilità di pagarsi questi viaggi “della morte”? Visto ciò che emerge da “Mafia Capitale” non è forse plausibile immaginare che qualcuno, di intesa con la malavita esistente nei Paesi di provenienza, paghi al posto di chi fugge dai propri territori, per meglio lucrare in Italia? E’ forse logico, come alcune immagini rappresentano, che chi pur pagando debba anche essere frustato o malmenato prima di salire a bordo dei barconi? Non sembra forse questa una imposizione forzosa che stride con la volontà individuale di fuggire dalla propria terra per motivi bellici o in cerca di fortuna altrove? Domande queste, forse maliziose, alle quali i nostri servizi d’intelligence dovrebbero dare una risposta chiara ed esaustiva.

Togliere questo tema, quello dell’immigrazione clandestina, dai programmi dei nostri populisti significherebbe tagliare le unghie a quanti con questo argomento moltiplicano il consenso elettorale.

La nostra società con la crisi economica sociale e politica che vive deve cimentarsi a discutere con le forze di Governo sui temi della crescita, sulle iniziative da porre in essere nei confronti di chi non arriva a fine mese, sulle modalità per ridurre la galoppante disoccupazione che caratterizza soprattutto i giovani.

Renzi va incalzato su questi argomenti molto più seri e preoccupanti. Trovare soluzioni adeguate significa ritrovare autorevolezza, credibilità nel contesto internazionale, maggiore attenzione al fenomeno dell’immigrazione che non può più penalizzare solo noi. Allora sì che oltre alla Merkel e ad Hollande ci sarà anche il premier italiano a discutere con Putin, Tsipras ecc.

Noi Popolari per l’Italia, abbandonando la maggioranza di Governo, pur avendo pagato un prezzo in termini di rappresentanza parlamentare, vogliamo dare un contributo valido per farci uscire dal cono d’ombra nel quale l’Italia si è infilata, sollecitando tutti coloro che si riconoscono alternativi al PD di Renzi, a trovare comuni intese, efficaci prospettive in favore della ripresa di una crescita ancora così lontana. Lo vogliamo fare nei nostri confini nazionali ed Europei con ferma determinazione. Chiunque rifiuti questo appello avrà sulle spalle la responsabilità di aver abdicato ad interessi personali. Su questo c’è poco da essere fieri.

Potito Salatto

(Vice Presidente Nazionale Popolari per l’Italia, Membro Bureau PPE a Bruxelles)


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