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Poste, Telecom e banche. I consigli di Pitruzzella a Renzi

Maggiore apertura alla concorrenza per i servizi postali, incentivo alla domanda e intervento anche pubblico nelle infrastrutture di telecomunicazione, fuoriuscita delle fondazioni dal capitale delle banche. Ecco i punti salienti affrontati dal presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, nella relazione annuale dell’Autorità presentata a Montecitorio alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del presidente del Senato Piero Grasso e della presidente della Camera Laura Boldrini.

POSTE

Nonostante gli interventi normativi più recenti e pur valutando positivamente il progetto in corso di realizzazione di cessione sul mercato di una parte del capitale di Poste Italiane e la sua quotazione, secondo Pitruzzella, ancora molte limitazioni e criticità sussistono nel settore dei servizi postali, che non ha raggiunto un grado di apertura alla concorrenza sufficiente.

Ecco gli aspetti sui quali bisogna intervenire, secondo il Garante del mercato e della concorrenza: “Ridefinizione del perimetro del servizio universale e delle modalità del suo affidamento, individuazione delle aree di attività riservate a Poste Italiane che invece potrebbero essere aperte al confronto concorrenziale”. E ancora: “Eliminazione di tutte le forme implicite di sussidio a favore dell’ex monopolista, previsione della separazione societaria di tutte le attività svolte su mercati diversi da quelli riferiti al settore postale tradizionale, soprattutto con riferimento allo svolgimento dell’attività bancaria da parte dell’operatore incumbent postale”.

Molto ha influito la legge di Stabilità, ha sottolineato Pitruzzella, che “ha innanzitutto allungato il periodo di vigenza del contratto di programma da 2 a 5 anni, con una procedura suscettibile di ridurre gli incentivi all’efficienza da parte dell’operatore postale incaricato del servizio” e per il fatto di aver previsto “la possibilità che, su proposta di Poste Italiane, le tariffe vengano rimodulate in funzione dei volumi di traffico, con una norma potenzialmente problematica in termini di andamento dei prezzi e di incentivo a una maggiore competitività del settore postale”. Infine, “ha introdotto il vincolo del reinvestimento dell’attività di raccolta di bancoposta in misura pari al 50% (in precedenza limitata al 5%) in titoli assistiti dalla garanzia dello Stato Italiano, alterando le capacità competitive del soggetto interessato e le dinamiche di mercato nel settore”.

TLC

Incentivare la domanda e pianificare interventi pubblici sono alcuni dei consigli dell’Antitrust per colmare invece il ritardo dell’Italia nello sviluppo delle nuove reti di telecomunicazione:
“A fianco di una attenta pianificazione dello sviluppo infrastrutturale, il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale richiederebbe anche la previsione di misure che consentano di accelerare l’iter di digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche e che incentivino le famiglie e le imprese all’uso di internet”.
Dal lato delle infrastrutture, invece, “è necessario pianificare interventi pubblici nelle aree del Paese non coperte dai piani di investimento privato, da coniugare con la ineludibile cautela in ordine alla garanzia del massimo sviluppo possibile del processo competitivo”, ha precisato Pitruzzella.

BANCHE

L’Antitrust si è soffermata anche sul settore bancario, “sul quale – ha specificato il presidente dell’Autorità per la concorrenza – pesa anche la configurazione dell’azionariato della banche, con riflessi sulla contendibilità del capitale, in un contesto in cui, ancora molto frequentemente, le fondazioni bancarie sono importanti azioniste di banche, anche in concorrenza fra di loro, nonostante la legge avesse previsto una loro graduale fuoriuscita dal capitale delle società bancarie”.
“Da questo punto di vista, un importante passo in avanti è rappresentato dalla riforma delle banche popolari introdotta dal d.l. 24 gennaio 2015, n. 3 “Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti” che, con particolare riferimento agli istituti con patrimonio superiore agli 8 miliardi, prevede il superamento del voto capitario e la trasformazione in società per azioni secondo una linea di riforma da molti anni auspicata dall’Autorità”.

ENERGIA

Nel parere reso al Governo sul documento recante la Strategia Economica Nazionale, l’Autorità ha rilevato la “fondamentale importanza dello sviluppo di un mercato all’ingrosso del gas competitivo e integrato a livello europeo; obiettivo che può essere realizzato solo attraverso l’integrazione sostanziale delle infrastrutture e degli investimenti nei diversi Paesi, che non possono essere definiti isolatamente dai singoli Stati membri”, ha ricordato Pitruzzella.
L’Autorità ha evidenziato come “l’eventuale proposta di fare dell’Italia un hub sud europeo del gas potesse assumere una sua rilevanza solo se non fosse scaturito come un “progetto nazionale” (magari in opposizione a progetti simili, o a legittimi interessi, di altri Paesi confinanti), ma venisse realizzato come un esito efficiente del processo di creazione del “mercato unico” dell’energia che l’Unione Europea sta perseguendo”.



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