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Cosa chiediamo al governo. Le richieste di Federauto

“Se tutto va bene questo anno chiuderemo con una crescita del settore del +15%, vuol dire che si venderanno circa un milione e mezzo di auto e saremo tornati agli anni Ottanta”.

Filippo Pavan Bernacchi è un vicentino di cinquant’anni, ex ufficiale degli Alpini, paracadutista e subacqueo e, soprattutto, presidente di Federauto, la federazione italiana che riunisce insieme tutti i nostri concessionari. Al governo chiede di intervenire con un vero piano strategico per un comparto “che vale 11% del pil, impiega 900mila addetti e contribuisce per il 16% alle entrate fiscali”. Un piano che spiega in quest’intervista a Formiche.net.

Lei non sembra ottimista rispetto agli scenari di ripresa del settore auto?
“Ma non si tratta di essere pessimisti o ottimisti. Io leggo i dati che sono a disposizione di tutti. Dal 2007 al 2014 il mercato delle autovetture in Italia è diminuito del 50% da 2 milioni e mezzo di autovetture si è passati a poco più di un milione e trecentosessantamila, le immatricolazioni sono scese del 53% da oltre un milione e 800mila siamo oggi a poco più di ottocentocinquantamila, gli imprenditori sette anni fa erano 2420 oggi sono 1264… Insomma se tutto va bene nel 2015 noi torniamo ai livelli di 35 anni fa e questo non mi sembra indice di ottimismo”.

Quale può essere la ricetta giusta per uscire dalla crisi?

“Serve con urgenza una nuova fiscalità sugli autoveicoli sia privati sia per aziende per favorire il rilancio del settore a costo zero per lo Stato. Un’aliquota Iva agevolata per i privati, con beneficio decrescente, potrebbe generare nel triennio 756mila immatricolazioni aggiuntive, mentre il credito o deduzione d’imposta innescherebbe un’ulteriore domanda di circa 200mila vetture delle partite Iva”.

Oppure si potrebbe rilanciare la politica degli incentivi?

“Per carità no. Basta con le politiche spot. Gli incentivi sono solo una droga che dura lo spazio di una stagione in cui magari si lavora al 140% ma poi il mercato crolla nuovamente. O si interviene in modo strutturale o sono tutte misure che lasciano il tempo che trovano. Vorrei ricordare che negli ultimi sette anni abbiamo perso oltre 200mila addetti, per intenderci circa 20 volte più degli occupati dell’Ilva di Taranto. Il Governo deve chiedersi se questo settore è strategico e se lo reputa tale deve ascoltarci perché noi le idee le abbiamo abbastanza chiare”.

L’Iva agevolata addirittura al 12% come si sente dire è un regalo per voi mentre qui bisogna aiutare tutti i settori in difficoltà della nostra industria…

“Guardi l’unica risposta istituzionale degli ultimi governi è stata quella dell’aumento della tassazione sugli autoveicoli: nel solo 2014 lo Stato ha incassato 71,6 miliardi di euro con una crescita negli ultimi otto dell’1,7%. Tutto questo è avvenuto nel disinteresse generale. Se proprio non si può intervenire con un piano sulle aliquote agevolate chiediamo al Governo di alleggerire la pressione fiscale sul comparto che oscilla dal 63% al 78%, in particolare su chi utilizza autoveicoli, come pure di eliminare il demagogico superbollo per le auto prestazionali”.

Perché Renzi dovrebbe sentire il vostro grido di dolore e non quello degli altri comparti industriali?

“L’auto ha avuto in Italia una tradizione sempre positiva, fonte di crescita per il Paese, per l’indotto industriale per gli stessi consumatori che investendo su una vettura nuova migliorano la loro vita, la qualità ambientale, mettono in circolo denaro che alimenta l’economia. Lo sa che oggi il nostro mercato conta quasi 11 milioni di autovetture altamente inquinanti, che ci sono macchine vecchie di oltre dieci anni, cosa che ad esempio non avviene in Francia o Germani per vedere dei mercati a noi vicini. Basterebbero anche misure semplici che sarebbero condivisibili da tutti”.

Ad esempio?

“Rivedere il bollo auto favorendo chi inquina meno e penalizzare chi inquina di più, o in alternativa far pagare il bollo auto nelle accise dei carburanti per combattere l’evasione, vedi quello che succede in Sicilia, o ancora far pagare chi utilizza di più e premiare chi consuma meno con vetture efficienti. Non mi sembrano eresie, questo è un trend imboccato in molti paesi europei”.

Voi siete pronti?

“Sì il piano c’è. Se si vuole rilanciare l’automotive noi siamo già in pista. Se il motore dell’auto ricomincia a rullare anche l’Italia ricomincia a correre, per usare un’espressione cara al nostro Presidente del Consiglio”.

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