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Codice della strada, Fiab: più zone 30 e no al casco

Zone 30 che siano “standard” già dalle fase di progettazione, contrasto ai furti, possibilità del controsenso ciclabile e no all’obbligatorietà del casco.

Sono le considerazioni della Fiab in merito al ddl delega sul Codice della strada. I rappresentanti della Federazione italiana amici della bicicletta, durante un’audizione in commissione Lavori pubblici al Senato, hanno sottolineato di condividere sia l’organizzazione che la struttura del ddl.

“È statisticamente provato che aumentando i ciclisti diminuiscono gli incidenti” perchè “se c’è la percezione dell’uso condiviso della strada tutto il sistema stradale migliora. Gli interventi che disincentivano l’uso della bici vanno nel senso di diminuire la sicurezza”, hanno spiegato. Tra le proposte avanzate, l’istituzione di zone 30 (dove cioè il limite alla velocità è di 30 kh/h) che “deve diventare standard di progettazione” e l’introduzione del controsenso ciclabile che “nelle zone 30 riduce l’incidentalità”.

E ancora, il contrasto ai furti, l’introduzione di norme specifiche sulle bici elettriche e la predisposizione di una segnaletica dedicata ai ciclisti dato che “oggi non c’è un sistema unificato e codificato”. I rappresentanti di Fiab hanno poi sottolineato la propria contrarietà all’obbligo del casco per i ciclisti.

“A livello tecnico, il casco della bici protegge dalla caduta da solo”, cioè quella a 20-25 km/h, hanno spiegato i rappresentanti Fiab. “È un elemento utile per gli incidenti meno critici (l’8%) ma non protegge dal 92% degli incidenti indotti”, hanno aggiunto, specificando che l’obbligatorietà del casco, che non è prevista in alcun Paese europeo, “disincentiva l’utilizzo” della bici. FRA



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