L’ articolo 1 della Costituzione recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Questo fondamentale articolo frutto della saggezza della lungimiranza culturale dei nostri padri della patria fu strenuamente voluto da Amintore Fanfani e trovò la sollecita e convinta adesione di De Gasperi, Togliatti e altri padri costituenti. E stato preso da esempio in università inglesi ed americane come sintesi efficace del valore del lavoro nella comunità umana. Oggi la Cassazione pare (il condizionale è d’obbligo) aver sancito il principio che la perdita del lavoro non sarebbe un evento traumatico nella vita di un uomo. Passiamo con il nostro lavoro più tempo che con qualunque altro essere umano che frequentiamo; ci dà dignità, ci permette le piccole o le grandi gioie di un viaggetto, di una pizza il sabato, un nuovo motorino per i figli. Ma soprattutto ci rende consapevoli di fare qualcosa nella organizzazione sociale che ci circonda. Per questo tra Fanfani, i padri costituenti e gli scienziati della Cassazione non abbiamo dubbi.
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L’altra sera ad una cena di avvocati penalisti ho ascoltato questa tesi affascinante: primo, la legge Severino è pasticciata e cosa che non può essere retroattiva; due, i magistrati la stanno cannoneggiando con fior di sentenze; tre, poiché è stata scritta da due finissime menti giuridiche, il Ministro Severino e il Sottosegretario Patroni Griffi, non è dato pensare ad un errore casuale.
Non si sarà mica pensato solo… ”al cavaliere nero”?
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La vicenda siciliana se non fosse tragica sarebbe esilarante. Le intercettazioni su Crocetta e con Crocetta non esistono. I magistrati dell’intera Sicilia lo hanno detto a chiare note. Siamo arrivati ad una commedia dell’arte: i giornalisti dell’Espresso non le hanno, non hanno neppure il fonico, forse le hanno ascoltate ma non sappiamo se queste intercettazioni siano mai esistite. O forse erano intercettazioni illegali e taroccate? Non lo sappiamo né lo vogliamo sapere. Invece di uno scoop era una bufala.
Non siamo mai stati eccessivamente estimatori delle stravaganze di governo del presidente Crocetta né dei suoi “acuti” politici. Ma chi lo voleva attaccare doveva farlo a viso aperto, denunciandone le eventuali inadeguatezze. A questo modo la calunnia si è propagata per tutta Europa con un danno incalcolabile alle persone, alle cose ed alle istituzioni.