– 11 luglio 2013: Decreto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, firmato dal prefetto João Braz de Aviz ed «approvato» da Papa Francesco, che dispone il commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata (FFI). A seguito della Visita apostolica disposta il 5 luglio 2012 da Benedetto XVI e della Relazione presentata dal visitatore apostolico mons. Vito Angelo Todisco, viene sospeso il Governo Generale dell’Istituto e nominato il Commissario Apostolico p. Fidenzio Volpi. E’ anche fatto obbligo ai frati di celebrare la Messa secondo il Rito Antico solo previo permesso «esplicitamente autorizzato dalle competenti autorità»;
– 23 agosto 2013: il Commissario Volpi concede per la prima volta il permesso di celebrare la “Messa antica”, cioè quella in latino secondo il messale di Giovanni XXIII, alla comunità dei Francescani dell’Immacolata del Santuario Mariano di Campocavallo (Ancona);
– 5 settembre 2013: p. Volpi nomina uno dei frati entrati in conflitto con il fondatore e già Superiore Generale dell’Istituto p. Stefano Maria Manelli a nuovo Segretario Generale dei FFI. Si tratta di p. Alfonso Maria Bruno;
– 14 settembre 2013: inviato al cardinale Braz de Aviz un esposto, scritto da quattro noti studiosi cattolici italiani, cioè Roberto de Mattei e Mario Palmaro (1968-2014) dell’Università Europea di Roma (UER), Andrea Sandri dell’Università Cattolica di Milano e Giovanni Turco dell’Università di Udine, che dimostra come il provvedimento dell’11 luglio 2013 sarebbe in contrasto con quanto disposto da Benedetto XVI nel motu proprio sulla liturgia “Summorum pontificum” (2007);
– 9 dicembre 2013: inizia una raccolta di firme, promossa dall’agenzia di stampa “Corrispondenza romana”, diretta dal prof. de Mattei, non voluta né richiesta da p. Manelli e dagli altri precedenti responsabili dell’Istituto, per chiedere le dimissioni del commissario p. Volpi;
– 15 dicembre 2013: nella prima settimana sono oltre 5 mila le firme raccolte in tutto il mondo per chiedere le dimissioni di p. Volpi;
– 23 dicembre 2013: nella diocesi di Albenga-Imperia sono chiusi tre conventi di Frati F.I.;
– gennaio 2014: esce un volume che raccoglie una corposa documentazione pubblicata da luglio ad ottobre 2013 sul “caso” e contro il commissariamento dei Francescani dell’Immacolata (cfr. Un caso che fa discutere. I Francescani dell’Immacolata, a cura di Carlo Manetti, Edizioni “Fede & Cultura”, Verona 2014, pp. 233);
– 8 gennaio 2014: sono consegnate al cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, 8000 firme alla petizione per chiedere le dimissioni del commissario p. Volpi;
– 10 giugno 2014: Papa Francesco incontra alcuni Francescani dell’Immacolata a Santa Marta e li conferma sul grande insegnamento di Benedetto XVI riguardo all’“ermeneutica della continuità” nell’interpretazione dei documenti del Concilio Vaticano II e sull’intangibilità del Motu proprio “Summorum pontificum”, fortemente contestato ma sostenuto con altrettanta decisione durante tutto il Pontificato dello stesso Ratzinger;
– 3 ottobre 2014: confermata dal commissario la sospensione “a divinis” di 6 Frati FI, con modalità definite irrituali e, quindi, definite da taluno come “illegittime”;
– 7 giugno 2015: p. Volpi muore a 75 anni, a seguito di un ictus;
– 29 giugno 2015: Don Sabino Ardito è nominato nuovo Commissario dei Francescani dell’Immacolata; il nuovo Commissario apostolico è un salesiano, noto canonista, docente per molti anni presso la Pontificia Università Salesiana e collaboratore di vari Dicasteri della Curia Romana. Don Ardito sarà assistito da due coadiutori, un gesuita e un cappuccino, anch’essi scelti tra specialisti di quel diritto canonico il cui rispetto è stato contestato nella precedente gestione commissariale.
– 10 maggio 2015: la più nutrita schiera di religiosi presenti alla V “Marcia Nazionale per la vita”, tenutasi a Roma per richiedere l’abolizione della legge sull’aborto, sono ancora una volta i Francescani dell’Immacolata, come furono del resto fin dalla prima edizione, organizzata nel 2011, nell’ostracismo generale – anche di parte del mondo cattolico – nel piccolo centro di Desenzano del Garda, in provincia di Verona;
– 16 giugno 2015: secondo quanto riportato da “Il Mattino”, in un dossier inviato alla Procura di Avellino dal legale della gestione commissariale dell’Ordine religioso, padre Manelli sarebbe accusato di aver «costretto a sottoscrivere con il sangue i voti di obbedienza ai fondatori», ed avrebbe «costretto a subire molestie ed a consumare cibi scaduti le consorelle» (Loredana Zarrella, Dossier sui misteri del convento. L’accusa: «Suore firmavano voti di obbedienza col sangue»);
– 1° luglio 2015: è disposto il dissequestro di immobili, precedentemente sottratti alla disponibilità dei Francescani dell’Immacolata dal Tribunale di Avellino, per un importo di 30 milioni di euro; tali beni, frutto dei sacrifici e dei lasciti di tanti fedeli, tornano finalmente nelle disponibilità delle associazioni di laici vicine al fondatore dell’Ordine dopo che, il Tribunale del Riesame di Avellino, ritenuto infondati gli ipotizzati reati di truffa e falso ideologico avanzati nei confronti del Governo generale dei FFI;
– 4 e 9 luglio 2015: appaiono su “La Croce quotidiano” due importanti testimonianze, in “esclusiva nazionale”, che confutano le accuse riprese dal quotidiano “Il Mattino” contro p. Manelli; intervistati da Gianluca Martone, parlano in favore del Fondatore dei FFI la signora Luisa De Vita, mamma della Francescana dell’Immacolata Maria Gabriella Iannelli e Madre Maria Grazia Palma, dell’Ordine delle Suore Francescane dell’Immacolata.