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Urge incentivare la sanità integrativa

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Il cosiddetto “secondo pilastro” della Sanità deve essere agevolato con politiche e normative che riordinino i benefici fiscali già esistenti e incentivino il più possibile imprese e lavoratori ad aderire ai Fondi sanitari integrativi.

Sono pienamente d’accordo con quanto affermato oggi dal Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, in merito alla necessità di considerare il “secondo pilastro” privato e integrativo il modello a cui guardare nel lungo termine.

Oggi giustamente riconosciamo che il Servizio Sanitario Nazionale italiano è tra i migliori al mondo ma, per ragionare in termini di sostenibilità di lungo periodo, bisogna intervenire sull’intero sistema, considerando anche la fetta privata della spesa sanitaria, che è consistente e che è intermediata da Fondi e Casse in una misura che supera di poco il 13%. È una percentuale irrisoria per nulla in linea con quanto invece accade in altri Paesi, compresi quelli a tradizione universalistica.

Serve una valorizzazione dei Fondi sanitari di natura contrattuale o aziendale perché essi, se raggiungono la sufficiente massa critica, possono svolgere una funzione integrativa di alcune prestazioni sanitarie essenziali, come avviene per la prevenzione sanitaria o per l’odontoiatria.

Da una recente indagine realizzata dall’istituto di ricerche G&G Associated di Roma e commissionata dal FASI, il Fondo sanitario che abbiamo creato insieme a Confindustria nel 1977 per i dirigenti industriali, è emerso con limpidezza che la sanità integrativa è ormai considerata il benefit più apprezzato dai lavoratori ed è, allo stesso tempo, sostenuta dalle imprese che vi attribuiscono un importante effetto positivo in termini di competitività e produttività.

Fa bene Confindustria a ricordare che le scelte di politica sanitaria e fiscale hanno effetti diretti sull’economia nazionale e anche sulle imprese della filiera.

Mi aspetto che Governo e Parlamento ci coinvolgano direttamente su questo tema. Federmanager è pronta da tempo per condividere l’esperienza d’eccellenza del nostro modello integrativo pubblico-privato e per difendere il diritto di ciascun cittadino di scegliere dove curarsi e di accedere a prestazioni di qualità.


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