Era il 1977: “Amarsi un po’” di Battisti volava in vetta alle classifiche e “Ti amo” di Umberto Tozzi diventava la colonna sonora dell’estate vincendo il Festival bar. Al Governo c’era Giulio Andreotti e i metalmeccanici erano ancora una potenza nella gloriosa FLM ancora determinante nel “confronto”, cioè il conflitto, fra i sindacati e le imprese ma anche nella politica e cultura del paese. Fellini dedica, alla fine di quel decennio, un personaggio di “Prova d’orchestra” proprio ad uno dei leader della FLM, storpiandone il nome.
Una parte dell’estremismo di destra e sinistra con le stragi e la lotta armata indeboliscono proprio il movimento operaio e studentesco. Interpreti, non autorizzati, di ideologie che si erano combattute armi in pugno durante la Resistenza, tornavano nelle strade con la tragica illusione di regolare i conti lasciati in sospeso dai padri. E nell’impeto rivoluzionario finivano, oltre che a dar la caccia ai nemici politici, pure a teorizzare, e poi in breve tempo a praticare, un disegno di aperta eversione delle istituzioni ma oggi sappiamo, entrambi con la copertura di una parte delle istituzioni, come si disse allora “deviate”. “Figli di papà” con le armi in mano, (solo un operaio viene annoverato nelle fila delle BR) ma altrettanto tra i Nar e loro camerati. Disegno eversivo contro cui, proprio i metalmeccanici, furono argine democratico.
In quel 1977 veramente di piombo, prologo drammatico di un 1978 ancor più drammatico, segnato dal sequestro e dall’assassinio di Aldo Moro, per le strade italiane giravano la 126 e la 127 Fiat e l’Alfa Romeo Giulia, mentre un brillante Alberto Sordi raccontava l’Italia profonda in “Un borghese piccolo piccolo”. Dagli Stati Uniti arrivava nelle sale italiane la “Febbre del sabato sera”, con un giovane John Travolta e una bellissima Karen Gorney.
LE COINCIDENZE 7777
Il 1977 rappresenta uno spartiacque anche per i sindacati. Il 7 luglio, Fim, Fiom e Uilm firmano con Fiat un accordo per i livelli salariali. Fino ad allora chi entrava in Fiat partiva dalla catena di montaggio con un secondo livello e, dopo 18 mesi, maturava il 3 livello; poi da lì non si schiodava più. L’accordo siglato in quell’estate tentava di dare una possibilità, attraverso la “rotazione delle mansioni in linea”, di conquistare il quarto livello. Questa era la Fiat di Agnelli e Romiti, ma anche dei “reparti confino” del 1980 con l’annuncio di 24.000 licenziamenti.
Era un passo avanti, non una rivoluzione. Per quella si dovranno attendere 38 anni e un altro 7 luglio, il 7 luglio 2015, il giorno in cui i sindacati, ad eccezione della Fiom, hanno firmato il nuovo Contratto di lavoro di primo livello (CCSL* testi qui) del Gruppo FCA-CNHI, importante soprattutto per la direzione che traccia verso relazioni industriali partecipative, rese ora possibili grazie ad un sistema salariale e di inquadramento che promette ricadute economiche da decenni sconosciute al settore auto. Collegando la contrattazione alla produttività, il nuovo contratto consente ai sindacati di posizionarsi da protagonisti nei meccanismi di organizzazione del lavoro e di essere compartecipi della sostenibilità complessiva della gestione dell’impresa, come d’altra parte avviene nelle esperienze produttive nord europee. Un terreno, nei fatti, da cui il sindacato italiano e i lavoratori da decenni erano al margine. Un salto, questo, ancora da compiere appieno, anche se la direzione di marcia è quella giusta. Il ruolo assunto dalle RSA (Rappresentanti Sindacali Aziendali) attraverso il “consiglio delle RSA”, un organismo che avra’ voce in capitolo su materie rilevanti, tra cui la proclamazione degli scioperi (ci vorrà d’ ora in avanti la maggioranza assoluta dei membri), diventa fondamentale proprio in chiave di partecipazione, dal momento che in questo modo si responsabilizza al massimo la rappresentanza aziendale e si spuntano le unghie alle minoranze rissose.
Non stupisce allora che Marco Bentivogli, leader della Fim Cisl, il sindacato più forte e rappresentativo nella galassia Fca, dica che con questo accordo “si ritorna ad investire nelle relazioni industriali”. Un risultato certo non scontato, ancor di più se si considera che a fare da apripista è la Fiat, un’azienda che storicamente si è mostrata diffidente verso il coinvolgimento dei sindacati. E che aggiunge, “grazie ai nostri accordi, salario, investimenti e occupazione ripartono, dovrebbe tenerne conto tutta la narrazione sulla vicenda Fiat dove “il passato sta cambiando”.
GLI AUMENTI
Nove mesi di trattativa, tanto ci è voluto per dare un contratto agli 86mila dipendenti Fca – Cnh. Il negoziato si era interrotto nel dicembre dello scorso anno a seguito delle indisponibilità di FCA e CNHI ad incrementare il salario oltre il tasso d’inflazione. In questa situazione utilizzare lo schema contrattuale del passato con incrementi in paga base collegati al tasso d’inflazione avrebbe portato aumenti prossimi allo zero. “Un operaio al montaggio”, come ricorda il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano, responsabile del settore auto “avrebbe ricevuto un aumento lordo di 9 € lordi al mese”.
La soluzione trovata dalle parti è stata quella di introdurre un sistema salariale in grado di erogare importi più consistenti, collegandoli all’andamento aziendale e definendo due elementi di garanzia. Il primo prevede una valutazione ed un intervento nel caso nel biennio si registrino scostamenti inflattivi significativi, oggi non prevedibili. Il secondo fissa un incontro tre mesi prima del prossimo rinnovo per definire i livelli retributivi base.
Questa scelta determinerà nel quadriennio un incremento salariale che, sommando i due bonus calcolati sugli indicatori di redditività e produttività, sarà compreso tra 7.040 e 10.736 euro. Con un’erogazione fissa di 330 euro che già da sola supera gli incrementi stimati sull’inflazione.
INCENTIVI ALL’EFFICIENZA
Il salario aziendale non comporterà alcuna penalizzazione su malattia, infortunio e altre assenze retribuite da enti assistenziali e previdenziali. Con questo sistema i cassintegrati riceveranno tutto il premio relativo alla redditività, sia la parte fissa di 330 euro annuali che quella variabile, che a fine piano oscillerà tra 1320 euro (raggiungimento target) a 3080 euro (superamento target), cosa che il vecchio sistema collegato alla paga base non consentiva. Anche per il calcolo dell’elemento retributivo sull’efficienza c’è un meccanismo che da garanzie ai Cassintegrati.
ORARIO DI LAVORO
Il rinnovo non è solo economico, importanti miglioramenti sono stati ottenuti sui temi dell’orario di lavoro, le indennità sui turni a ciclo continuo, sull’inquadramento professionale e sul sistema di partecipazione delle relazioni industriali e sindacali.
Sull’orario di lavoro, vengono introdotte agevolazioni che rispondono alle esigenze di chi deve conciliare tempi di vita e di lavoro: uso dei permessi retribuiti più attento ai lavoratori nei casi di malattia dei figli, uso anticipato e a frazioni di ore per tutti, anche per i turnisti in alcune realtà. Per gli impiegati sono previsti permessi con recupero e viene estesa la fascia di flessibilità dell’ orario di lavoro dalle 8 alle 9.30.
Per il personale che lavorerà a ciclo continuo con 18-19-20-21 turni, oltre alle indennità di 20-25-40 euro (è il cosiddetto modello Melfi, cioè il sistema adottato nello stabilimento lucano dove si producono Jeep Renegade e 500X) è prevista una riduzione di orario a parità di salario, che Fca riconosce in maniera aggiuntiva (+1,34 ore per ogni festività) trasformando le festività che cadono di domenica o nel riposo in permessi retribuiti di 8 ore.
INQUADRAMENTO PROFESSIONALE
Il contratto pone le premesse per la costruzione di un nuovo inquadramento professionale, in via sperimentale per i nuovi assunti di Fca, riformando quello vecchio e inadeguato del 1974, che non è più in grado di misurare le performance e riconoscere le specificità delle attuali figure professionali, sia nel caso degli operai che degli impiegati. Per i nuovi assunti, inoltre, già dal primo giorno la retribuzione base mensile sarà superiore di 140,90 euro, il che significa per i primi 18 mesi un vantaggio economico di oltre 2.500 euro. Dal 2016 verrà poi individuato un nuovo sistema premiante, che dal prossimo contratto potrebbe prevedere incrementi salariali sulle professionalità.
IN CONCLUSIONE
Qualche settimana fa Maurizio Landini, il leader mediatico della Fiom, timoniere di quella Coalizione Sociale ormai più concentrata nel traghettare i fondi di bottiglia, non smaltiti, dell’estrema sinistra nella Terza Repubblica sul battello di una Syriza all’italiana, aveva accusato gli altri sindacati di essere proni ai diktat di Fca, di farsi dettare riga per riga il nuovo contratto.
Ancora una volta si è visto come è andata, e mentre lui inneggiava a Tsipras e rilasciava le solite “dichiarazioni di fuoco” sull’euro e l’Europa, loro firmavano un contratto destinato a divenire un benchmark, questo sì su scala europea.
Sul caso greco, ovviamente, si possono avere le opinioni più diverse, basti dire che è difficile trovare due premi Nobel per l’economia che la pensano allo stesso modo. Ma per Landini non serve scomodare Krugman o Stiglitz, gli basta parafrasare Gaber:”Io non ho paura della Grecia in se’, ho paura della Grecia in me”. Mentre la Fiom si balocca con la politica, la Fim riunirà lunedì prossimo a Bologna tutti i delegati di Fca e Cnh. Per parlare del contratto, di salari, turni, di organizzazione del lavoro e di partecipazione. Di sindacato, insomma.
(*CCSL) contratto specifico di lavoro di primo livello che sostituisce a tutti gli effetti nel gruppo FCA-CNH il contratto nazionale di lavoro, regolamentando le materie che sono tipiche dei contratti nazionali (parte obbligatoria, diritti sindacali, trattamenti economico-normativi), fissando i minimi contrattuali in relazione alla classificazione e le altre normative di dettaglio che disciplinano il rapporto individuale di lavoro, e prevedendo al suo interno una sezione dedicata alla “contrattazione di secondo livello” (premi di produttività ecc).
Tabelle e dettagli su SindaCARE, il periodico della Fim per il Gruppo FCA-CNHI