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Kamut, kamut, kamut

Come l’i-phone sta al telefono così il Kamut sta al pane.
E l’Italia, e gli italiani, che senza pane a tavola son disperati,
del Kamut sono diventati il migliore dei mercati.

Kamut, kamut, kamut. Orsú!
Siamo il paese delle farine e di tutti i tipi di frumenti.
Delle intolleranze a cibi, regole e patenti.

Kamut, kamut, kamut! Evviva.
Siamo il paese degli ecologisti, dei cattolici poco osservanti.
Con un tozzo di pane sempre tra i denti, tutti in bici,
siamo diventati vegani e, quasi, non ci piacciono più ne le donne ne i Santi.

Kamut, kamut, kamut!
Non abbiam soldi per i libri ma li abbiam per l’elettronica da ignoranti.
Più che per il pan, è se ci manca internet che protestiam.
Costa di più andare a teatro che allo stadio e così,
fabbrichiam viddani più che esseri umani.

Kamut, kamut, kamut! Un paese di vigili noi siam.
Vigili urbani, pompieri, guardie giurate e del traffico ausiliar,
giuro un paese di gente che guarda e aspetta come a questo
nel mondo visto non ne abbiam.

Kamut, kamut, kamut!
Oddio quanto è bio sto paese.
Biopresto, biodegradabile, biodiverso, biologico.
O Bio mio! Povera Italia.
Per due lire in più abbiam fatto di formaggio e vino una biotecnologia.
O Bio mio! O bio mio!
Che orror che fa l’uomo col grembiule da chef che gira per casa mia.

Kamut, kamut, kamut.
Questo è il paese dell’impunità.
La maggior parte dei morti ammazzati non hanno colpevole.
La giustizia, sola, ci aspetta nell’aldilà.



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