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Perché Consob fustiga gli intermediari finanziari

Gli intermediari finanziari non fanno gli interessi dei risparmiatori. Al contrario, selezionano i prodotti che offrono i maggiori ritorni in termini di commissioni e non lo fanno dunque in base alle esigenze dei clienti. A dirlo è addirittura Consob in una comunicazione inerente le “Strutture commissionali degli OICR distribuiti alla clientela retail e le regole di condotta”.

Le norme a tutela degli investitori esistono ma, sottolinea l’authority che vigila sulla Borsa e le società quotate, non vengono sostanzialmente rispettate: e sono soprattutto i fondi esteri o estero-vestiti (il 70% di quelli distribuiti in Italia, per eludere la normativa italiana che è molto severa in fatto di fees) a non fare bene il loro lavoro. Ma questa ammonizione della Commissione presieduta da Giuseppe Vegas è una vittoria anche per uno dei promotori di una campagna contro il comportamento scorretto degli intermediari e a difesa del risparmiatore. Ovvero MoneyFarm.it un collettore online di portafogli in Etf, attraverso cui il risparmiatore finale ha accesso ai prodotti senza nessuna intermediazione.

Formiche.net ha sentito il presidente di MoneyFarm.it, Paolo Galvani.

Dottor Galvani, Consob richiama gli intermediari finanziari perché non fanno gli interessi del risparmiatore. Si tratta di un problema antico. Cosa accade di fatto e perché?  Come può Consob correggere questo difetto del nostro sistema finanziario?
Il problema all’origine riguarda la forma di remunerazione associata ai prodotti di investimento e di risparmio: nella gran parte dei casi i profitti sono associati alla vendita dei prodotti stessi e non alla consulenza necessaria per individuare la soluzione giusta per il risparmiatore. Questo sistema fa si che in alcuni casi si prediliga la vendita dello specifico prodotto piuttosto che individuare quale soluzione più si confà ai bisogni dello stesso. Il richiamo di Consob si muove in tal senso.

E dunque, a vostro avviso, questo richiamo può rappresentare un punto di svolta?
Si tratta sicuramente un richiamo importante, che mette in luce un problema che esiste nel mercato italiano, e in generale europeo, da molti anni. Il percorso è lungo e gli organi di controllo possono giocare un ruolo importante ma serve un cambiamento più ampio da tutti gli attori del mondo del risparmio gestito.

La separazione tra fabbrica e distributore influisce (e se si come) su questo comportamento deviato? O è necessario un cambio culturale a 360 gradi?
In parte può influire, anche se, dal mio punto di vista, abbastanza poco. In generale la gran parte delle commissioni pagate dai clienti servono a remunerare la rete di vendita, lasciando in media meno di un terzo alle fabbriche prodotto. Nell’ipotesi in cui fabbrica prodotto e distribuzione facciano parte dello stessa azienda può in qualche modo ridurre la struttura commissionale complessiva. Ma in generale credo il problema sia più alla radice, ovvero come distinguere un’attività di consulenza (il piu delle volte indispensabile per poter arrivare al prodotto giusto) all’attività di collocamento: fino a quando la commissione per queste due attività sarà unica e non distinta sarà molto difficile cambiare il sistema esistente.

Si tratta di un male tipico italiano o condividiamo lo smacco con qualcun altro in Europa e nel mondo?
In realtà il fenomeno si riscontra in diversi paesi europei , in forme più o meno “spinte”. Questo è uno dei motivi per cui la direttiva dell’Unione europea chiamata Mifid2 ha dato delle linee guide su come affrontare queste tematiche. A ciascun Paese il compito poi di recepire ed implementare le direttive nei tempi e nelle forme decise dai singoli governi. Dipende quindi da ciascun paese quanto voler intervenire proattivamente su questi temi. Regno Unito, Olanda e Paesi nordici sono stati tra i primi ad applicare la Mifid 2 in modalità molto stringenti.

Come fa il piccolo risparmiatore a difendersi? Un collettore di fondi come MoneyFarm rappresenta un’alternativa? Con quale valore aggiunto?
La principiale difesa per un risparmiatore è prima di tutto capire la tipologia ed il costo dello strumento finanziario su cui stà investendo, non ammettendo risposte vaghe o generiche.
L’obiettivo di MoneyFarm è esattamente quello di fornire una soluzione semplice, trasparente ed a basso costo a chiunque voglia investire i propri risparmi, a partire da 100 euro. La piattaforma offre un servizio di consulenza agli investimenti, che permette, attraverso pochi semplici passi, di individuare una soluzione di risparmio direttamente acquistabile sul sito. E quello che si paga è in media circa di il 50% in meno di analoghi prodotti presenti sul mercato.

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