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Note a margine dell’enciclica di Scalfari su Papa Francesco

L’uomo, si sa, è uno che ama volare alto. E confrontarsi con i massimi sistemi, le questioni ultime che da sempre occupano menti e cuori di noi mortali. In primis, le questioni religiose che attengono al senso della vita, alla morte, al peccato e alla redenzione, all’esistenza di Dio, ecc.

Un interesse, questo del Fondatore, all’anagrafe Scalfari Eugenio, che con l’ascesa al soglio pontificio di Papa Francesco si è via via intensificato, anche grazie agli incontri riservati tra i due, di cui il Fondatore non ha mancato di fornire all’umanità puntuali resoconti. Poteva dunque uno così, che pensa di conoscere il Papa come le sue saccocce, vedersi passare sotto l’occhiale quintali di articoli commenti e interviste sull’enciclica di Papa Francesco, e non fare nulla? No che non poteva. E così ha pensato bene di scriverne una tutta sua, di enciclica. Due pagine intere su Repubblica dove, commentando appunto la Laudato Si’ di Papa Bergoglio, con tono plaudente e piglio apocalittico il Fondatore ha annunciato urbi et orbi:

1. che Francesco non è più solo un Papa, ma soprattutto un Profeta e un Pastore (e ora chi glielo dice in Vaticano che devono sostituire la sigla P.P. con P.P.P.P.?)

2. che di Papi profeti, prima di Francesco manco l’ombra, forse qualche pastore (forse. E comunque, se Scalfari permette, di papi ce n’è uno solo)

3. che avendo Francesco un concetto di profezia e di divinità per cui Dio è Uno ovunque e per chiunque, la Trinità è “non più il mistero della fede ma l’articolazione dell’unico Dio” (e già qui andiamo sull’eretico spinto)

4. che per quanto sopra Francesco non è più il Vicario di Cristo ma il Vicario di Dio, perché “Cristo non è che l’amore di Dio, non un Dio diverso che s’incarnò…” (come sopra)

5. che d’altra parte, è vero che i vangeli raccontano la storia di Gesù, ma:
5.1 tranne “forse” Giovanni, gli evangelisti scrissero cose di seconda mano e nessuno conobbe mai Gesù (Oibò. E Matteo, che era uno dei Dodici??)
5.2 anche Paolo di Tarso “non conobbe e non incontrò mai Gesù di Nazareth” (e con chi parlò sulla via di Damasco, con mia nonna?)
5.3 il Gesù raccontato dai vangeli “probabilmente è esistito, probabilmente ha predicato” (suvvia Scalfari, na’ cosa un po’ più fresca della trita e ritrita storiella del Gesù della storia distinto dal Cristo della fede? Mai sentito parlare di fonti extra-bibliche?)
5.4 nei testi della dottrina cristiana “Dio viene anche definito come il Dio degli eserciti” (l’appellativo “Dio degli eserciti” è una locuzione ricorrente nell’Antico Testamento, in ogni caso con un significato sideralmente lontano da quello presunto cristiano che Scalfari gli attribuisce)

6. che “la vera politica di Francesco è quella di riunificare il cristianesimo. Nei giorni scorsi ha incontrato il rappresentante della Chiesa Valdese…I Valdesi erano catari, un movimento scismatico che arrivò in Italia dall’Europa centrale…” (I Valdesi catari?? Ma se li hanno combattuti, i catari!! E poi il movimento nacque a Lione, in Francia, non esattamente Europa centrale)

7. che “l’obiettivo di Francesco è di aprire la Chiesa a tutte le comunità protestanti e di riunirle…ma non basta. Non a caso Francesco è aperto anche con i musulmani perché il loro Dio è il medesimo dei cristiani” (ok ma non ho capito: anche i musulmani dovrebbero entrare nella chiesa? o è la chiesa che dovrebbe islamizzarsi? e poi con ortodossi ed ebrei che si fa?)

Questo, in sintesi, il succo dell’enciclica. Il resto ve lo risparmio, che tanto non aggiunge nulla (e comunque chi vuole se lo può andare a leggere). Ora, premesso che in tutto sto “pensiero profetico” che Scalfari attribuisce a Papa Bergoglio, cosa c’entri la Laudato Si’ lo sa solo lui, ciò che qui interessa sottolineare è che siamo di fronte all’ennesimo esempio di come l’establishment laico, e più in particolare i grandi giornaloni (di cui Scalfari e Repubblica sono preclari rappresentanti) stiano continuando a costruire e consolidare pro domo loro un Papa Francesco “virtuale” lontano e distinto e dal Papa Francesco “reale”, per usare la celebre formula di Benedetto XVI a proposito del Concilio Vaticano II. E come tale operazione sia funzionale ad un ben preciso disegno, ovvero sfruttare il più possibile parole atteggiamenti e gesti di Papa Bergoglio, soprattutto quelli di “rottura” con schemi e consuetudini del passato, per far passare nell’opinione pubblica la loro idea di religione, la loro idea di chiesa, la loro idea di matrimonio, famiglia, sessualità, ecc.

Torniamo all’articolessa di Scalfari. Per lui e l’ambiente culturale che rappresenta, il cattolicesimo è l’ultimo bastione da abbattere, per una piena e compiuta laicizzazione della vita pubblica. Finché c’erano Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, l’urto non poteva che essere frontale. Ma ora che c’è Francesco, la tattica è cambiata. Ora l’obiettivo è svuotare il cattolicesimo presentando il Papa stesso, incensato e adulato a dovere, come il “profeta” di un’epoca prossima ventura dove non ci saranno più le religioni, ma un unico, grande magma spirituale in cui tutti gli uomini potranno adorare l’unico dio (en passant si potrebbe notare la sinistra somiglianza tra il pontefice immaginato da Scalfari e Julian Felsenburgh, il protagonista del “Padrone del mondo” di R.H.Benson).

Questo, è bene ribadirlo, è il sogno/obiettivo di Scalfari e del laicismo; un sogno/obiettivo a cui è funzionale la rimozione di ciò che rappresenta il proprium del cristianesimo, cioè Cristo stesso. Da qui la ripresa, da un lato, della vecchia e stantia critica razionalista ai Vangeli, per contrapporre il “Gesù della storia” (inesistente o comunque inconoscibile) al “Cristo della fede” costruito ad hoc dai suoi discepoli; dall’altro, la contestuale riscrittura della storia presentando il cristianesimo come una religione fondata da un tizio, Paolo di Tarso, che Cristo manco l’ha conosciuto, con tutti gli annessi e connessi che ben conosciamo e che Scalfari riciccia da par suo.

Tutto questo per dire che bisogna diffidare, e non poco, dei tanti, troppi ultras di Papa Francesco, sia fuori sia dentro la chiesa. E che bisognerebbe invece ricordare ciò che disse quel galileo duemila anni fa: “Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti”. Per poi aggiungere poco dopo: “Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.”

Da ultimo, un sommesso suggerimento al Fondatore: per la prossima enciclica, ingaggi Umberto Eco come ghostwriter. Almeno ci risparmierebbe tanto sfoggio di scarsa conoscenza.



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