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Paolo Nespoli, tutte le gesta spaziali dell’astronauta che torna fra le stelle

Somiglia ad Harrison Ford ma un po’ anche a Patrick Swayze (il protagonista di Ghost), crede negli extraterrestri, e, come tutti gli astronauti, prima di partire per andare in orbita guarda il film “Il sole bianco del deserto”.

Quando era piccolo il suo eroe era Yuri Gagarin, primo uomo a viaggiare nello spazio, ma chi l’ha realmente convinto a fare l’astronauta è stata Oriana Fallaci. E quando si trova nello spazio, costretto a mangiare cibi essenziali, nutrienti e senza briciole (come dichiarato dalla sua collega Samantha Cristoforetti), vorrebbe una pizza con tanta mozzarella e un po’ di basilico. Con sé, nello spazio, porta sempre due oggetti: il libro di bordo e un giocattolo usato come indicatore di gravità.

È Paolo Nespoli, milanese, classe 1957, un veterano delle missioni spaziali che nel maggio 2017 tornerà ad abitare nella Stazione Spaziale Internazionale per un periodo di sei mesi. E’ infatti il prossimo astronauta italiano destinato a volare sulla Stazione Spaziale Internazionale, per una missione che partirà dal segreto cosmodromo russo di Bajkonur in Kazakistan il 30 maggio 2017. Sarà la terza volta tra le stelle per l’astronauta italiano.

ORIANA FALLACI E I PUGNI IN FACCIA

Si sono conosciuti a Beirut, quando in Libano c’era la guerra civile e Oriana Fallaci era andata lì per documentarla. Paolo Nespoli, 26 anni, fresco di brevetto da parà e appena entrato nelle Forze Speciali Italiane, venne incaricato di proteggere la giornalista “accompagnandola dove voleva e facendole fare quello che voleva”, purché tornasse salva. Lei gli chiese che voleva fare da grande e lui non sapeva che rispondere: “Mah, è complicato.. e poi una professione già ce l’ho già, io sono incursore”. “Lo vedo che sei incursore, e ti vie­ne anche bene. Ma non ci vuole un genio a capire che questa non è la tua vocazione. Che cosa vuoi realmente fare per il resto della tua vita?”. Lui voleva fare l’astronauta, ma gli mancava l’inglese fluente e la laurea. Lui 1 metro e 90 per 80 kg, lei la metà, per altezza e stazza, eppure gli sferrò un pugno e poi un altro ancora. “Se questo è il tuo sogno devi crederci e darti da fare”.

QUEL GIORNO SULLA LUNA

È andato in America, ha studiato, si è laureato e ha imparato la lingua. E ha scritto anche un libro (“Dall’alto i problemi sembrano più piccoli”, Mondadori), in cui racconta la sua esperienza nello spazio e le lezioni di vita che ne ha ricavato. “Gli astronauti [….] sono gli ambasciatori delle avventure extraterresti. Ambasciatori del futuro”. Ma il libro più importante della sua vita resta proprio quello di Oriana Fallaci “Quel giorno sulla Luna, pubblicato da Rizzoli nel 1970. “E chi sono loro? (gli astronauti, ndr). Diciamolo subito: borghesi di provincia. Non ti aspettare da essi un’intelligenza pari alla responsabilità che hanno, o una visione nuova della vita, ma di uomini normalissimi che il caso ha portato a vivere in prima linea la più grande avventura dell’uomo”. Ma avrà pensato lo stesso di Paolo lì a Beirut?

LA FEDE E GLI EXTRATERRESTRI

Nespoli, quando è in orbita, delizia i suoi follower con foto spaziali (in senso lato) su spaccati terrestri, affascinanti e pieni di colori. “L’Italia è il Paese più illuminato d’Europa, anche perché la sua densità di popolazione supera quella della Francia e della Germania. Se un extra-terrestre la notasse, riterrebbe si tratti di un Paese ricchissimo. Tutte quelle luci farebbero pensare a immense risorse energetiche, dal petrolio alle centrali nucleari. Invece, non è così”. Eh si perché, tra l’altro, l’astronauta italiano crede nell’esistenza degli extraterrestri, e per spiegarlo ha paragonato i granelli di sabbia ai pianeti dell’universo: “È mai possibile, a questo punto, che in questa enormità non ci siano forme di vita come la nostra? Io sono convinto di sì”.  E sulla fede? “Andare nello Spazio amplifica o giustifica le varie credenze. Ma lo spazio normalmente non ci dà una risposta. Diciamo, piuttosto, che si consolidano le convinzioni di ognuno”.

LA PIZZA E I TRAMONTI

Quando, nel 2011, si trovava a 400 km di distanza mangiando pollo reidratato e insalata, aveva chiesto: “Voglio una pizza pomodoro, mozzarella, un po’ di basilico”. Ma non fu possibile e allora aveva chiesto a un collega di fare inviare del prosciutto sfruttando i canali diplomatici. “Anche se non siamo neppure riusciti a farci mandare del salame, purtroppo…”. Ma quando sei lassù, gli spettacoli non finiscono mai: “L’atmosfera terrestre è come il piccolo velo che circonda l’estremità superiore della buccia. E’ molto sottile. E quando assisti al tramonto, il che dura solo otto secondi ed è straordinario, ti rendi conto dello spessore realmente limitato. E se quello strato scompare, noi siamo fritti. Dobbiamo quindi fare molta attenzione a quello che facciamo con la nostra nave”.

Prima di partire per la seconda missione, nel 2010, aveva promesso un tweet al giorno con una foto dallo spazio. Aveva finito per esaudire i desideri di chi gli chiedeva di fotografare dall’alto la propria città o il proprio Paese. Questa volta che farà?

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