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Perché dico No alla canna statalizzata

Non condivido anzi la contrasterò con tutto il mio convincimento (e non solo) questa proposta di legalizzare la cannabis o traccheggiare sulla marijuana o haschis come palliativi di eroina e cocaina. Credo fermamente che sia giunta l’ora, per le droghe leggere, di usarle con il controllo medico per alleviare le sofferenze umane fisiche di dolori di patologie devastanti, ma istituire punti di vendita di canne autorizzati dallo Stato credo che sia uno sbaglio addirittura criminale.

Adottando poi il pretesto della “precauzione” quasi come prevenzione credo sia sinonimo di delinquenza e non c’entra l’etica e il moralismo bigotto e bacchettone. C’entra il mettere in circolo così come alcool e tabacco di Stato una illusione di benessere che porta all’abuso e alla malattia neurologica ed è causa sempre più spesso di morte non solo di se stessi ma di altri ed è sicuramente in tutto il mondo una calamità in mano ai narcotrafficanti e gli spacciatori prolifereranno ancora di più con una logica di mercato sempre più “tagliato di ecstasy”.

Mi ritengo una progressista riformista e non mi rassegno al declino inarrestabile di una società nichilista e irrazionale che si fuma il cervello. Soprattutto facciamolo almeno per i nostri nipoti che sono alla ricerca sempre più di valori e modelli di comportamento che attivano la responsabilità e l’intelligenza cognitiva non la bruciano.

Lo slogan liberalizzare per contrastare è demenziale perché la libertà vera è quella di non farsi del male e non seguire il branco che si “fa”,la nostra libertà non può cominciare quando finisce quella degli altri e la rimozione e consapevolezza degli effetti sociali devastanti che determina negli otto milioni di consumatori italiani che sono “ormai abituati”.

Non sento nessuna necessità di una legge autodistruttiva: siamo già messi abbastanza male senza farcene di più.

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