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Vi spiego perché Atac è tecnicamente fallita. L’analisi dell’economista Giuricin

Atac sta vivendo un momento molto complicato. L’azienda è tecnicamente fallita e se non porta i libri in tribunale, dipende solo dal fatto che il Comune, azionista unico dell’azienda, ha deciso di ricapitalizzare l’azienda.

Atac continua a perdere centinaia di milioni di euro l’anno. Tra il 2009 e il 2014 il deficit cumulato è di circa 1 miliardo e cento milioni di euro; tuttavia questo non è il dato più preoccupante dell’azienda, visto che dal 2009 ad oggi i contributi versati da Comune e altri Enti Locali ha infranto la barriera dei cinque miliardi di euro.

Numeri che rendono bene l’idea di quanto sia importante per il Comune di Roma il bilancio di Atac.

Chi pensa di potere risolvere i problemi di Atac semplicemente combattendo l’evasione è un illuso o o un demagogo che non conosce il settore del trasporto pubblico locale. I ricavi da biglietti per Atac hanno raggiunto i 270 milioni di euro nel 2013, poco più del 20 per cento dei costi totali dell’azienda. Anche combattendo l’evasione ed eliminandola completamente, l’azienda potrebbe recuperare tra i 50 e gli 80 milioni di euro.

Una cifra irrilevante rispetto a quanto mette direttamente tramite sussidi il Comune o indirettamente tramite le perdite. Quindi il punto essenziale non è tanto riuscire a risolvere il problema dei ricavi, quanto quello dei costi.

Cerchiamo di capire seriamente quali sono i problemi di Atac. Indubbiamente nella città capitolina vi è un numero spropositato di dipendenti.

Questi metodi di assunzione hanno inoltre riguardato figure non operative e non è un caso che il livello medio degli stipendi sia cresciuto costantemente negli ultimi anni, attestandosi su una cifra di oltre 46 mila euro per dipendente.

Le spese per il personale hanno sfondato il muro dei 550 milioni di euro per circa 11.900 dipendenti a carico dell’azienda.

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Fonte: Dati da bilancio Atac

Questo dato tuttavia dice poco, perché questo dato va incrociato con la produttività. Per ogni dipendente, l’azienda produce pochi vetture chilometro. Per semplificare, significa che c’è poco personale operativo (che oltretutto lavora poco) e troppe persone negli uffici.

Un altro problema che ancora non ha mostrato tutti i suoi effetti negativi è l’età media della flotta. Un caso molto simile alla vecchia Alitalia, che aveva aerei molto vecchi che consumavano molto carburante.

Nel caso di Roma la flotta ha un età media, per quanto riguarda i bus, del 40 per cento superiore alla media europea.

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Fonte: Dati da relazione AD di Atac al Comune di Roma

Questa età media oltretutto vede un parco di bus che nel 61 per cento dei casi è più vecchio dei 9,82 anni. I dati sono del 2013 e quindi la flotta ha ormai raggiunto in media la fine della sua vita operativa. Bisogna tenere conto che la vita utile di un bus è intorno ai 12 anni e dunque gran parte della flotta è destinata a fermarsi.

Atac, con le sue perdite continue e il suo debito, non è mai riuscito ad investire in mezzi nuovi. Al contrario di quanto succede a Milano, dove l’azienda riesce invece a fare auto-finanziamento per comprare bus e metro.

Avere bus vecchi, come succede a Roma, di fatto provoca un alto tasso di manutenzione dei mezzi pubblici. Di conseguenza c’è un’incapacità di raggiungere gli obiettivi del contratto di servizio e quindi di ricevere tutti i contributi del contratto stesso.

Un cane che si morde la coda, dato che Atac è tecnicamente fallita e non riuscirà a fare investimenti. Una situazione insostenibile per i cittadini romani che pagano ogni anno centinaia di milioni di euro all’azienda tramite le tasse e per i turisti che usufruiscono un servizio inaccettabile.



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