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Calet, il cacciatore di particelle cosmiche è atterrato sulla Iss

Alle 12.28 ora italiana del 24 agosto, il cargo nipponico HTV-5 “Kounotori” ha completato il suo viaggio dal Tanegashima Space Center alla Stazione Spaziale Internazionale, dove l’aggancio è avvenuto grazie al braccio robotico Canadarm 2, manovrato dall’astronauta giapponese Kimiya Yui.

Si tratta della quinta navetta giapponese Htv che porta rifornimenti per la ISS, circa 4 tonnellate e mezzo di materiali e playload scientifici, agli astronauti dell’Expedition 44. A bordo del Kounotori infatti vi è anche il “cacciatore” di particelle cosmiche Calet (CALorimetric Electron Telescope) nato dalla collaborazione fra l’Agenzia spaziale giapponese (Jaxa), l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e la Nasa.

Definita l’”avanguardia della scienza spaziale” nel campo degli osservatori delle radiazioni cosmiche dalla Jaxa, Calet rappresenta il secondo osservatorio spaziale partito alla volta della Stazione, dopo Ams-02 installato sulla Iss nel 2011.

Una volta installato sulla piattaforma esterna Jem-Ef del laboratorio giapponese Kibo, Calet affronterà per 5 anni molte delle questioni in sospeso dell’Astrofisica delle alte energie, attraverso lo studio della materia oscura, lo studio degli spettri dei nuclei di origine cosmica e la rivelazione dei gamma-ray, ovvero dei lampi di luce di altissima energia ed intensità emessi nel corso di fenomeni particolarmente violenti che hanno luogo in alcune sorgenti astrofisiche.

TRA JAXA E NASA, C’È ANCHE ASI…

“Si tratta di un sofisticato apparato sperimentale in grado di identificare le particelle e i fotoni di alta energia che provengono dal cosmo” – ha spiegato il professor Pier Simone Marrocchesi dell’Università di Siena e dell’Infn di Pisa, responsabile scientifico della partecipazione italiana a Calet e co-Principal Investigator della collaborazione internazionale – da anni si sospetta che gli elettroni di alta energia che raggiungono la Terra siano accelerati da una o più sorgenti astrofisiche relativamente “vicine” (a distanza di qualche migliaio di anni luce). Calet potrebbe essere in grado di effettuare per la prima volta la loro identificazione”.

“La missione Calet – ha dichiarato Barbara Negri, responsabile dell’Unità di Osservazione e Esplorazione dell’Universo dell’Asi – riveste un grande interesse non solo per gli aspetti scientifici, ma anche per quelli tecnologici, che sono estremamente avanzati. La partecipazione a questo progetto internazionale dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa vede coinvolti istituti scientifici italiani e industria nazionale, e rappresenta un’importante ricaduta per le attività spaziali portate avanti nel nostro Paese”.

… E INDUSTRIA ITALIANA

Principale partner industriale del contributo italiano alla missione scientifica attraverso l’Asi e l’IFAC-CNR di Firenze, l’azienda pugliese Sitael, direttamente selezionata da Jaxa, ha progettato e realizzato tutto il sistema di alimentazione ad alta tensione di Calet, il più grande mai lanciato nello Spazio.



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