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Carlo Tursi, chi è il nuovo general manager di Uber Italia al posto di Arese Lucini

Il filo rosso della sua vita sono state le automobili: prima le ha studiate, poi progettate, poi migliorate e ora ne incentiverà la condivisione. È Carlo Tursi, 32 anni, ingegnere meccanico, appassionato di politica estera e di spazio e nuovo general manager di Uber Italia al posto della dimissionaria Benedetta Arese Lucini che, secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, avrebbe avuto qualche attrito con gli azionisti su come la società si è mossa in Italia.

GOOD BYE

La vituperata (dai tassisti) Arese Lucini se ne è andata e ha rotto così il suo rapporto con l’azienda delle auto on demand: “Si è concluso di comune accordo”, spiega il conciso comunicato di Uber: “Le siamo grati per la passione e il contributo che ha dato all’azienda e le auguriamo il meglio per le sue future avventure professionali”.

Alcuni osservatori dicono invece che l’azienda americana avrebbe lasciato andare la giovane manager per il mancato raggiungimento degli obiettivi. Il piano di espansione per l’Italia sarebbe stato completato per meno del 50% con appena tre città attive (Torino, Milano e Roma) sulle otto inizialmente previste. O, forse, la spigolosità di Arese Lucini non andava bene in un Paese come l’Italia. Troppo perentoria e inflessibile? Chissà. Sta di fatto che ora è il turno di Tursi.

LA PAROLA AL CV

Il cv di Tursi sembrerebbe quello del classico cervello in “fuga”, con una vita passata all’estero tra la tecnologia, quella ultramoderna, d’avanguardia, di reazione. Lo sharing, uno dei core business di Uber, è il claim del suo mondo lavorativo degli ultimi anni, insieme al green, alla innovation e a tanti altri inglesismi cari alla sua educazione made in Usa. Da Bari è finito a Boston e poi in California per poi tornare in Italia, questa volta a Roma, per dirigere una delle più famose, rivoluzionarie e profitable start-up in circolazione: Uber (Italia).

LA NEW ENTRY (MA NON TROPPO)

Prima di assumere la dirigenza di Uber Italia, Tursi era a capo di quella capitolina. Ma prima di Roma ha vissuto negli Stati Uniti, dove ha conseguito un Mba alla Sloan School of Management del Massachusetts Institute of Technology (Mit).

IL MIT – TO STUDY

Il Mit è il centro di eccellenza laurea e post laurea per la scienza e la tecnologia. Ha sede  Boston, sulle sponde del Cherles River, alla fine della Broadway. Al Mit entra solo il 9% di coloro che “apllicano” (neologismo per dire chi compila la domanda di iscrizione o application form) e tra chi ce l’ha fatta, nell’ultimo secolo e mezzo,  ci sono stati 77 premi Nobel e 52 vincitori della National medal of science, il più alto riconoscimento americano nel campo delle scienze.  Altri 400 hanno creato aziende che impiegano 3,3 milioni di persone in tutto il mondo, per un fatturato complessivo di 2,3 miliardi di dollari e, infine, ogni anno questo centro di eccellenza sforna 150 brevetti ad alto tasso di innovazione.

PALO ALTO – TO WORK

Nel dopo Mit, Tursi ha lavorato per svariate aziende con sede in California, tutte con headquarters nella “sforna tecnologia” città di Palo Alto. Prima come consulente esterno presso l’A.T. Kearney, società di consulenza impegnata in diversi settori tecnologici (da quello automobilistico a quello dell’aerospazio a quello delle infrastrutture). In seguito è passato alla Better Place, azienda nota per la diffusione delle auto elettriche. E’ entrato facendo un internship estivo (2009) e poi, finito l’MBA, è stato assunto come Corporate Development Director ; infine in qualità di Associate presso la Quantum Pacific.

IL TURSI PENSIERO

Una delle famose promesse fatte da Tursi in un’intervista rilasciata nel gennaio scorso al quotidiano Repubblica, è stata quella di portare anche in Italia il concetto di “ vi riempiremo il frigo” tramite Uber. In poche parole utilizzare Uber non solo per il trasposto di persone, ma anche per delivery alimentare a casa propria: “Abbiamo fatto due esperimenti di grande successo. Sotto Natale, la consegna di panettoni in collaborazione con Eataly e, la scorsa estate, il gelato on- demand. Gli utenti di Uber potevano prenotare facilmente, tramite app, le consegne di cinque pezzi di gelato artigianale o di un panettone più una bottiglia”.

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