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Ecco le ragioni politiche e strategiche della mossa di Pechino sullo yuan

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In Cina, il tasso di cambio ufficiale del Renminbi (RMB) verso il Dollaro statunitense viene fissato giornalmente dalla PBoC, la Banca Centrale del paese, lasciando liberi i mercati di scambiare in una banda di oscillazione del +/-2% rispetto al cambio fissato. Durante la scorsa settimana, in tre mosse la banca centrale cinese ha tagliato del 4,6% il tasso di cambio, cogliendo di sorpresa i mercati che si aspettavano piuttosto un intervento sulla banda di oscillazione del +/-2% . Oltre alle rettifiche sul cambio giornaliero, la Banca Centrale cinese ha annunciato che in futuro il fixing sarà portato su livelli più vicini al tasso a pronti. In sostanza, la Cina si sta avvicinando alla libera oscillazione della valuta: un altro importante passo avanti verso l’internazionalizzazione del Renminbi.

LE RAGIONI ALLA BASE DEGLI INTERVENTI

A nostro giudizio, le principali ragioni sono di carattere strategico e politico. Negli ultimi mesi la Cina ha dichiarato esplicitamente che il suo inserimento nel paniere di valute SDR del Fondo Monetario Internazionale (Special Drawing Rights: Diritti Speciali di Prelievo), insieme all’Euro, Dollaro americano, Sterlina britannica e Yen, rappresenterebbe un importante passo simbolico verso la definitiva consacrazione del Renminbi come valuta di riserva globale. La scorsa settimana, in una dichiarazione il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha sottolineato la necessità di una maggiore flessibilità del cambio qualora il RMB venisse accettato come valuta SDR. Alla luce di questo, il particolare tempismo dell’intervento della PBoC potrebbe essere direttamente associato a questi ultimi sviluppi. La debolezza del Renminbi presenta un ulteriore vantaggio: consente di contrastare, almeno in parte, il crollo inaspettato delle esportazioni cinesi annunciato qualche giorno fa e provocato anche dalla forza relativa del Renminbi rispetto al dollaro americano. Le valute dei paesi esportatori concorrenti si sono per contro indebolite, rafforzando quindi la loro competitività. Nel nostro scenario, quest’ultima sembra essere tuttavia una motivazione marginale nello spiegare la debolezza della valuta RMB.

GLI SVILUPPI

L’obiettivo della PBoC è di consentire al Renminbi di evolvere in una valuta maggiormente orientata al mercato. La stessa PBoC ha ammesso che il mercato avrà bisogno di tempo per adattarsi e continuerà a monitorare attentamente la situazione per stabilizzare le aspettative e garantire un passaggio regolare verso il nuovo meccanismo di pricing. Il tasso di cambio del RMB fissato giornalmente ora farà riferimento al tasso di chiusura del giorno precedente, oltre a considerare le dinamiche di domanda e offerta nel mercato dei cambi e l’oscillazione dei tassi di cambio delle altre principali valute. Riteniamo che ci sarà una fase di adattamento in cui il Renminbi resterà volatile prima che la parità centrale converga verso un livello relativamente stabile. Nel più lungo termine, la parità centrale del RMB sarà determinata principalmente in riferimento alle dinamiche di domanda e offerta sul mercato.

I FATTORI A SOSTEGNO DELLA VALUTA CINESE

Queste decisioni porteranno a una “guerra” valutaria e a una nuova svalutazione competitiva del Renminbi? Non riteniamo di essere alle soglie di una guerra valutaria come prospettato da alcuni osservatori di mercato. Come primo aspetto, questo comprometterebbe l’obiettivo strategico della Cina di diventare una valuta SDR e secondariamente, nella previsione di una svalutazione unilaterale, il mercato potrebbe scatenare forti deflussi di capitale, incrementando così il rischio di instabilità finanziaria. Nel breve termine prevediamo un aumento di volatilità del Renminbi prima che il mercato riesca a trovare un tasso di equilibrio e si stabilizzi. Nel medio/lungo termine riteniamo che ci siano diversi fattori in grado di fornire sostegno alla valuta cinese:

1. La Cina ha intrapreso una politica di allentamento monetario dal novembre 2014 e prevediamo nuovi interventi in questa direzione a sostegno della crescita economica. Sono già stati rilevati segnali di stabilizzazione in alcuni segmenti del mercato immobiliare.

2. La Cina presenta un avanzo delle partite correnti – fattore fondamentale per la determinazione del profilo di domanda e offerta della moneta.

3. La Cina dispone di abbondanti riserve in valuta estera (3.600 miliardi di dollari), un altro fattore favorevole al tasso di cambio.

4. Infine, negli ultimi anni la Cina ha accelerato il processo di internazionalizzazione del Renminbi, aprendo le frontiere del proprio mercato finanziario. Abbiamo già assistito a un incremento della domanda degli scambi commerciali e degli investimenti denominati in Renminbi (la 5a valuta più attiva per i pagamenti globali secondo SWIFT*, con il 2,2% dei pagamenti globali a maggio 2015) e prevedibilmente questa tendenza continuerà, offrendo un nuovo indicatore per valutare domanda e offerta del RMB, oltre a rappresentare un fattore di sostegno per il cambio nel più lungo termine.

RIFORME IN VISTA?

Quali altre riforme possiamo aspettarci per il RMB e la Cina? La Cina si sta aprendo gradualmente ai mercati finanziari e recentemente questa tendenza ha registrato un’accelerazione. Uno sviluppo fondamentale sul mercato azionario riguarda per esempio il lancio del piano Shanghai-Hong Kong Connect che consente un maggiore accesso bilaterale agli investitori nei mercati azionari A Share in Cina e a Hong Kong. Il piano probabilmente sarà esteso a tempo debito anche ad altri mercati. Queste riforme vanno analizzate in un contesto dove la Cina consente al mercato di svolgere un ruolo più importante nel fixing dei prezzi. Per il Renminbi dovremmo assistere alla fine a un ampliamento della banda di oscillazione giornaliera, ma riteniamo che il governo attenderà finché il mercato non si sarà maggiormente stabilizzato. Nel lungo termine questi interventi dovrebbero essere positivi per chi investe sia in azioni che in obbligazioni. I premi per il rischio alla fine scenderanno con una conseguente ripresa dei rating rispetto ai bassi livelli attuali. Nel breve termine prevediamo un nuovo allentamento monetario, molto probabilmente attraverso un taglio delle riserve obbligatorie. I tassi di interesse reali in Cina restano elevati e, come è avvenuto in altri mercati obbligazionari internazionali nel corso degli anni, la flessione dei tassi reali in genere è un fattore molto positivo per gli investitori obbligazionari.

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