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Cina, perché il settore dei trasporti ha i freni tirati

Gli occhi del mondo sono tutti puntati sull’economia della Cina. Ci si chiede se resterà il “banco da lavoro del mondo” o se, al contrario, riuscirà a diventare un’economia innovativa. E se, quindi, questo potrà rendere il Paese, che è un grande acquirente di prodotti di alta qualità, una minaccia per l’industria occidentale.

LA CRESCITA DEI TRASPORTI

Pechino è la seconda economia del mondo e la prima nazione per produzione commerciale. Ma le ambizioni della Cina come nazione industrializzata sono evidenti anche in tre aree del settore dei trasporti: l’industria automobilistica, le ferrovie e l’aviazione.

IL CALO DEL MERCATO DELLE AUTO

Tutti e tre i comparti sono a un punto di svolta. Il mercato cinese delle auto, in crescita costante per 35 anni, è attualmente in crisi. Per la prima volta, i tassi di crescita delle case automobilistiche nazionali e di alcuni dei loro partner internazionali e concorrenti sono nettamente in calo. Il gruppo Volkswagen, che genera quasi due terzi dei suoi profitti in Cina, ha registrato un calo del 4% delle vendite nel primo semestre del 2015. E come risultato di due svalutazioni della moneta cinese, il renminbi, le prospettive per le case automobilistiche tedesche sono  ad oggi decisamente rosee.

LA CRESCITA DELL’INDUSTRIA FERROVIARIA

L’industria ferroviaria, al contrario, sta rapidamente raggiungendo la vetta. Le compagnie autoferrotranviarie cinesi ricevono più ordini rispetto al passato. Le aziende ferroviarie della nazione, i produttori di locomotive e di laminati non si limitano più a vendere i loro prodotti in Cina e nei Paesi dell’Asia e dell’Africa, ma stanno cominciando a ricevere ordini dagli Stati Uniti e dall’Europa. La ferrovia nazionale tedesca, la Deutsche Bahn, aprirà un ufficio acquisti in Cina in autunno. Una notizia che ha messo in allerta il suo principale fornitore europeo, Siemens.

IL BOOM DELL’AVIAZIONE CIVILE

L’industria dell’aviazione civile, più giovane rispetto alle altre, sta per subire la una grande trasformazione. Boeing stima che le compagnie aeree cinesi compreranno circa 6mila aerei passeggeri nei prossimi 18 anni, circa sei aerei a settimana. Più di 60 degli attuali 200 aeroporti del Paese sono stati ampliati e modernizzati, e sono stati approntati piani per costruirne 30 nuovi. È solo una questione di tempo: la Cina sembra essere destinata a diventare il più grande mercato dell’aviazione al mondo. “Investiremo di più per sviluppare e produrre i nostri aeromobili di grandi dimensioni” ha assicurato il presidente cinese Xi Jinping.

I LIMITI

Tuttavia, i cicli di innovazione tecnica nel settore dell’aviazione sono più lunghi rispetto ai settori automobilistico e ferroviario. La Cina dovrà, quindi, fare in fretta se vorrà rompere il duopolio mondiale di Boeing e Airbus e trarre, così, ulteriore vantaggio dal proprio boom. “È probabile che l’industria aerospaziale riveli i limiti del modello cinese piuttosto che il suo potere senza limiti”, scrive James Fallows, esperto di aviazione statunitense.

AUTO, IL MODELLO CINESE

Per quel che riguarda il mercato automobilistico, Il governo di Pechino aveva invece elaborato tre obiettivi quando iniziò a costruire la propria industria automobilistica nei primi anni ‘80. Il primo era quello di importare tecnologia occidentale. Il secondo è stato quello di creare un mercato automobilistico chiaramente strutturato con un piccolo numero di produttori efficienti. Il terzo è stato quello di fare soldi – soprattutto in valuta estera – per l’esportazione di veicoli. Per raggiungere questi obiettivi, Pechino ha attirato i produttori esteri nel Paese e li ha anche costretti a entrare in joint venture con le imprese cinesi.

LUCI E OMBRE DELL’INDUSTRIA FERROVIARIA

Per ciò che riguarda invece l’industria ferroviaria, Pechino oggi ha le idee più chiare su ciò che vuole dalle società straniere e sta stringendo accordi vantaggiosi per le proprie imprese. I suoi tecnici sono molto più preparati di quanto non lo fossero 30 anni fa e non si limitano più a copiare quello che fanno altri. In secondo luogo, al contrario di quanto avveniva nelle prime fasi del processo di industrializzazione, la Cina ora dispone delle risorse finanziarie necessarie per realizzare progetti maggiormente articolati e prestigiosi. In questo quadro, molti analisti evidenziano che, comunque, il governo impiega molto denaro in infrastrutture che, di fatto, non daranno profitti sul lungo termine.


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