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Tianjin, tutti gli affari in fumo della città cinese devastata dall’incendio

È la più grande città portuale del nord della Cina quella che ieri notte è stata devastata da una serie di esplosioni con decine di morti e centinaia di feriti. Il maxi incendio a Tianjin si è sviluppato, secondo le prime ricostruzioni, in un deposito per materiali pericolosi di proprietà della Tianjin Dongjiang Port Rui Hai International Logistic, azienda che trasporta materiale chimico da e per il porto di Tianjin.

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I NUMERI DI TIANJIN

Il porto di Tianjin è il più grande porto commerciale del nord della Cina e offre servizi a 400 altri porti in oltre 200 nazioni e regioni del mondo. Ha gestito lo scorso anno 540 milioni di tonnellate di merci (+8.0%) e 14,3 milioni di container (+10.0%).

La città ha una superficie totale di 11.917 chilometri quadrati e una popolazione di 15,17 milioni di persone. È una della quattro “municipalità” della Cina insieme a Pechino, Shanghai e Chongqing e fa parte integrante della Bohai Bay Economic Zone, uno dei tre maggiori distretti economici della Cina. La rapida crescita delle infrastrutture e degli investimenti in altri asset fissi (+15% nel 2014, +13,5% nei primi tre mesi del 2015) ne ha determinato il forte sviluppo negli ultimi anni. Il suo Pil ammonta nel 2014 a oltre 1.500 miliardi di yuan, in crescita del 10% rispetto al 2013; il valore del Pil nel primo trimestre 2015 è di 370 miliardi di yuan, in crescita del 9,3% anno su anno. Si tratta di un’area che esporta per un valore di 52,6 miliardi di dollari nel 2014 (+7,3%, ma l’export nel primo trimestre 2015 è in crescita addirittura del 14,4%). A Tianjin c’è anche il Binhai International Airport, altro nodo centrale per i trasporti di merci in Cina.

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LE POLITICHE DI SVILUPPO

L’area su cui oggi le politiche pubbliche puntano per favorirne il pieno sviluppo e avviare programmi sperimentali è la Binhai New Area (la parte est di Tianjin). Grazie a provvedimenti ad hoc, nel 2014, il Pil della Binhai New Area è cresciuto del 15,5% raggiungendo 876 miliardi di yuan.

Il 21 aprile scorso è anche stata avviata la China (Tianjin) Pilot Free Trade Zone che mette in atto una serie di strategie nazionali, incluso lo sviluppo coordinato di Pechino, Tianjin e Hebei, ed esplora nuovi modelli per la cooperazione economica regionale.

Tianjin aderisce anche all’iniziativa “Belt and Road promuovendo il trasporto inter-modale, lo sviluppo coordinato delle fonti di energia, servizi marittimi di fascia alta e cooperazione sull’economia marittima, con l’obiettivo di diventare nodo centrale nel Corridoio economico Cina-Mongolia-Russia e elemento chiave della cooperazione marittima in Asia.

IL POLO INDUSTRIALE

Asse portante del polo economico di Tianjin è l’industria pesante (+13,1% nel 2013 con un output che valeva oltre 2.000 yuan) ma il settore hi-tech – in particolare elettronica e information technology – è in rapida espansione. Nel 2013, il valore lordo prodotto dall’industria hi-tech a Tianjin era di 931,8 miliardi di yuan (+19,6%), circa il 31% dell’intero output lordo della città. Tra le imprese hi-tech più competitive di Tianjin ci sono GMCC, Jinyao Group, Guard Group e Tasly Group.

Ma le attività industriali di Tianjin sono molteplici: lavorazione dei metalli ferrosi, produzione di automobili, estrazione e lavorazione del carbone, raffinazione del petrolio e coking, estrazione di petrolio e gas, industria chimica e alimentare.

In crescita anche i servizi, in particolare commercio – all’ingrosso e al dettaglio – e finanza (27,6% e 17,4% rispettivamente del totale del settore dei servizi a valore aggiunto).

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GLI INVESTIMENTI ESTERI

Le società a capitale straniero (Foreign-Invested enterprises o FIE) hanno dato un importante contributo alla crescita industriale di Tianjin, specialmente nel settore-traino dell’hi-tech e con i capitali di Hong Kong e Taiwan. Nel 2013 il valore della produzione industriale delle imprese FIE è cresciuto del 12,9% a 782 miliardi di yuan e l’output delle imprese che ricevono investimenti da Hong Kong, Macao e Taiwan è cresciuto dell’8,6% a 289 miliardi di yuan. Il prodotto industriale lordo complessivo delle FIE rappresenta il 40% del totale a Tianjin.

Ci sono anche investimenti dall’estero: quelli utilizzati sono cresciuti del 12,1% a 18,9 miliardi di dollari nel 2014. Il 44,1% si indirizza all’industria manifatturiera. Hong Kong è il principale investitore straniero a Tianjin: a fine 2013, Hong Kong aveva firmato un totale di 7.607 accordi di investimento per un totale di 80 miliardi di dollari di cui la parte utilizzata ammontava a 49,7 miliardi di dollari (44,4% del totale degli investimenti esteri utilizzati fino al 2013 da Tianjin). Nel solo 2013 Hong Kong ha firmato 246 accordi per 11,5 miliardi di dollari e gli investimenti utilizzati ammontavano a 9,6 miliardi. Importanti anche gli investimenti che arrivano da Giappone, Corea del Sud, Usa e Singapore.

COMMERCIO ESTERO

I principali beni di esportazione per Tianjin sono macchinari industriali e prodotti di elettronica. Nel 2013 l’alta tecnologia ha rappresentato il 39% dell’export totale. Le vendite si indirizzano soprattutto verso Usa, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong e Vietnam. Tianjin importa macchinari e attrezzature per i trasporti e anche materie prime, da Corea del Sud, Usa, Giappone e Germania. Ma è sempre più autosufficiente: nel primo trimestre 2015 le importazioni sono in calo di oltre il 20%.

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IL MERCATO CONSUMER

Gli abitanti di Tianjin hanno una disponibilità media di spesa pro capite nel 2014 di 31.506 yuan (+8,7%). Anche per questo nell’area urbana si trovano supermercati con marchio occidentale (Metro, Walmart, Carrefour), oltre ai brand locali (Shanghai Lianhua, Jiangsu Suning, Beijing Gome).

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