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Intervista ad Anna Rita Leonardi. Candidata PD per Platì.

La Politica vive un momento di crisi profonda. Non è solo una questione italiana. Basta dare uno sguardo allo stato di salute dei partiti politici qua e là in Europa, ai livelli di partecipazione che crollano di anno in anno e alla profonda sfiducia che colpisce soprattutto le giovani generazioni. Ma ci sono le eccezioni. Ci sono casi in cui la passione, l’impegno e la voglia di cambiare le cose hanno la meglio sulla rassegnazione. Anna Rita Leonardi è una giovane militante e dirigente locale del PD che ha fatto una scelta importante e coraggiosa: si è proposta come candidata in un Paese difficile come Platì, noto per i tragici fatti di cronaca. Di seguito l’intervista che mi ha concesso e che condivido con voi. 

Che cosa ti ha convinto a fare questo importante passo? Non hai avuto ripensamenti?

Quando mi sono resa conto della grave situazione che i cittadini di Platì stavano vivendo ho sentito il dovere di intervenire, impegnandomi in prima persona. Ho sempre considerato l’impegno politico come un servizio alla comunità, quindi ho deciso quasi istintivamente di mettere il mio impegno nelle mani di questi cittadini. È un percorso lungo e difficile, ma giorno dopo giorno cresce tra la gente di Platì la voglia di riscatto e di rinascita. Io voglio essere la loro guida, voglio prenderli per mano ed accompagnarli sulla strada del futuro.

Quali sono i temi di cui vorresti occuparti?

Dai servizi essenziali come l’acqua nelle case, alla creazione di luoghi di ritrovo e centri culturali, alla costruzione di case di artigianato tessile ed alla riqualificazione del centro storico. Questo è il mio progetto. Io voglio dare a questi cittadini la possibilità di essere uguali a tutti gli altri, iniziando un percorso di rinascita vero. Solo così si riescono a chiudere le porte alla criminalità organizzata e si riescono a formare i cittadini di domani.

Il Sud continua a non essere un tema dell’agenda politica. Proprio in questi giorni è uscita un’analisi del Sole24Ore che ci parla di una situazione drammatica. Cosa pensi debba essere fatto a livello nazionale?

Sono una ragazza calabrese di 30 anni, e ricordo che il Sud è sempre stato un argomento di discussione. Lo è da 30 anni per me, ma lo è, in generale, da molto più tempo. Il problema reale è che nel corso degli anni non c’è mai stato chi ha concretamente affrontato la questione meridionale. Se ne parla sempre, anche troppo. Ma è sempre rimasto tutto lì. Nel frattempo i problemi sono aumentati ed a farne le conseguenze sono soprattutto quelli della mia generazione, una delle più penalizzate degli ultimi anni. A livello nazionale, a mio avviso, bisognerebbe intraprendere un serio percorso politico per il Mezzogiorno, partendo dagli errori che, nel corso degli anni, ci hanno portati a vivere una situazione al limite del drammatico.

Per esempio?

Bisogna investire su una nuova classe dirigente, che sappia cosa significa vivere problemi quotidiani quali la disoccupazione, l’assenza di servizi e la carenza di infrastrutture. Serve un progetto concreto, o rischiamo di continuare a parlarne inutilmente commettendo sempre gli stessi errori. È per questo che ho molta fiducia nel governo Renzi e mi aspetto atti concreti.

E a livello locale? Nella tua zona per esempio.

Beh la Calabria è l’esempio di come la mala politica possa produrre danni terribili. Anni di cattiva amministrazione ci hanno consegnato una regione distrutta, comuni lasciati totalmente all’abbandono, disoccupazione giovanile e femminile a livelli drammatici. Effetti questi che si ripercuotono là dove c’è più disagio. Platì, ad esempio, è uno di quei comuni in cui bisogna partire da zero, un luogo che può diventare davvero il simbolo di un Mezzogiorno che rinasce a nuova vita. Ci vuole coraggio, forza, determinazione ed impegno costante; ma deve esserci soprattutto sinergia di intenti. Se sarò sindaco ho intenzione di mettere in campo un grande progetto per il comune di Platì, ma è chiaro che nulla sarà possibile senza il supporto, costante e prezioso, di tutti, dalla Regione al Governo.

Un’ultima domanda: il PD sembra essere in crisi. Molti iscritti sono andati persi e anche alle regionali l’astensione ha avuto un picco inaspettato. Cosa deve fare la politica per restituire fiducia, specie alle giovani generazioni?

Il PD deve fare il PD. Non deve mai perdere di vista il fatto che è il partito nato per cambiare l’Italia e non per concentrarsi a litigare al proprio interno. Siamo in un momento storico complesso, in cui non è facile parlare di militanza politica. Io ci provo, nel mio piccolo, e posso assicurarti che sui territori esistono molte realtà umane meravigliose. Uomini e donne con una forte coscienza civica, pronti ad impegnarsi ed a lavorare per il bene della società. Anche a Platì esistono queste persone, sono la maggioranza. Perciò io credo che la politica debba concentrarsi davvero sui territori, partendo dalle realtà in cui il contributo di tutti può e deve essere fondamentale per le sorti dell’intero Paese.



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