Giovedì 6 agosto nella splendida cornice della Villa D’Este , Nicola Piovani ha incantato il pubblico presente con un concerto meraviglioso inserito nel “Tivoli Festival”. Accompagnato da musicisti straordinari, il premio Oscar ha percorso la strada della musica con delle vere perle capaci di arrivare al cuore di ciascuno. La sensazione è stata quella di trovarsi all’interno di una pellicola, fotogramma dopo fotogramma. Con la “presenza” di Fellini, ma anche di Cerami, De Andrè quasi a sottolineare la natura poetica del momento. Non solo note, ma anche il senso delle parole, di quella bellezza autentica del significato delle cose. Ed ecco, allora, che quel silenzio evocato nella “Voce della Luna” serve a superare non solo la confusione di ogni giorno che non permette di “capire” , ma anche la musica passiva; quella che non volendo ci entra nella testa come un sottofondo in contesti non appropriati. Sul punto, il Maestro è stato molto chiaro e ironico, regalando riflessioni leggere ma di grande impatto; il valore della musica deve essere percepito interamente senza farlo scadere in mero brusio che non rispetta il tanto lavoro svolto dietro un componimento. Insomma, la musica merita rispetto. Piovani, poi, con grande capacità dialettica ha parlato anche dell’insegnamento della Grecia, filosofia essenziale per una vera Europa culturale e ha spiegato prima dell’esecuzione dei brani che tutte le “metafore” odierne sono in realtà, in gran parte, provenienti dall’influenza ellenica. E così Icaro, Narciso, Eco sono stati trasformati in musica d’autore, sublimando ogni singolo strumento che in tal modo ha rappresentato ogni voce della “natura”. Molto bello l’arrangiamento del concerto in “Quintetto” ed in particolare durante il brano “Il pianino delle meraviglie” con l’iniziale assolo del Maestro seguito dall’entrata successiva del contrabbasso, della chitarra, della batteria, del clarinetto, tenendo presente l’unicità di ogni esecuzione prima di divenire corale. Una scelta apprezzata dal numeroso pubblico presente, che appunto grazie al silenzio, ha potuto ascoltare attivamente il virtuosismo dei musicisti,alcuni capaci di suonare più strumenti quali il violoncello e la fisarmonica e che hanno ancor di più addolcito e arricchito il momento orchestrale.
Piovani è stato davvero molto bravo nei suoi frammenti di saggezza vocali i quali hanno reso ancor più partecipato l’evento; il maestro, infatti, ha saputo sottolineare la valenza culturale del viaggio musicale. Perché di viaggio si è trattato. Per quasi due ore gli spettatori hanno viaggiato sulle note che, unitamente ad un cielo stellato e ad una serata di mezza estate , hanno illuminato un luogo di per se’ già magico. Villa d’Este sembrava essere tornata agli antichi fasti rinascimentali con una musica da sogno talmente bella da far dimenticare la realtà.