Nel suo recentissimo editoriale “Un Premier e quattro carte”, il Direttore del Corriere Fiorentino delinea un affresco assai realistico sulle possibilità-“opportunità” (elezioni anticipate, nuovo accordo organico con Forza Italia, sopravvivenza giorno per giorno o ricompattamento del PD preparando comunque le elezioni) in mano al Presidente del Consiglio per evitare un deleterio cul de sac.
Mosaico che trascura un tassello per tanti versi decisivo. Infatti, anche qualora il Premier dovesse optare per un ricorso anticipato alle urne (come Ermini sembra, con professionale discrezione, suggerire) non appare per niente chiaro (né scontato), con quale partito Matteo Renzi dovrebbe presentarsi all’appuntamento.
Due le strade: proseguire con l’esperienza di un PD lacerato dalla linea politica necessariamente strabica, oppure far saltare il tappo di un improduttivo bipolarismo all’amatriciana con il lancio di un progetto politico di ampio respiro capace di coniugare riformismo, solidarietà e libertà.
Ecco la vera (e forse unica) carta del Premier: portare a compimento il processo della rottamazione con una proposta politica alternativa alla stessa idea (per tanta parte abortita) di Partito Democratico.
Una mossa di dirompente forza politica che, fra l’altro, conferirebbe credibilità persino ad un eventuale (quanto verosimile) voto anticipato.
Ogni altra carta giocata prima di questa rischierebbe di trasformarsi in facile (e non immotivata) strumentalizzazione per il fuoco incrociato “amico” e nemico.