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Perché la sforbiciata alle tasse di Renzi corre il rischio di restare un bluff

Abbiamo letto il resoconto di Valeria Covato sui dati Unimpresa e ci siamo confermati un’opinione tutt’altro che allegra sull’emergenza Italia. Lucidità e verità sono due ingredienti fondamentali  con i quali affrontare i conti economici per l’autunno posto che la spesa dello Stato è aumentata di quasi 18 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con una crescita superiore al 7% e dunque dagli annunci strombazzati dal Governo che ha promesso di fondare il piano di riduzione della pressione fiscale proprio sui tagli alla spesa pubblica, la sforbiciata alle tasse corre il rischio di restare un bluff. Il Rapporto debito pubblico Pil è passato dal 131,2% al 135,1%, con un incremento del 3,9%,in valori assoluti da 2.119 miliardi di euro a 2.184 miliardi, con un aumento di 65 miliardi.

Non sarà possibile ingannare i conti pubblici con la legge di stabilità e il giovane toscano che oggi incontra la Cancelliera Merkel a Expo, dovrebbe avere le idee un po’ più chiare di fronte ad una vera leader che ha anticipato la sua strategia alla tv tedesca prima di mettere piede in Italia. Angela ha affermato che la crisi Greca ha coinvolto pesantemente polacchi, baltici, ungheresi slovacchi e sloveni mettendo a dura prova i rapporti però di tutti i 28 Paesi già indeboliti dalle loro crisi nazionali come in particolare  la Spagna, l’Italia e la stessa Germania.

Noi siamo convinti che  seguire e rispettare le regole è una etica fondamentale per la legittimità democratica e dunque per la stabilità economica. Dunque anche in Italia il rispetto è un valore da garantire poiché gli italiani e le italiane hanno fiducia se le regole costituzionali sono osservate e rappresentano la bussola di orientamento per la governance. Le deroghe ai principi costituzionali aprono voragini alle violazioni dello Stato di diritto e il ricorso continuo a decreti di emergenza come il Governo italiano sta purtroppo facendo su troppi provvedimenti, indebolisce l’autorevolezza italiana in ambito Europeo e la sua tenuta nell’ambito dei Patti e dei Trattati.

Le politiche di bilancio e le politiche fiscali sono il dorso portante della tenuta della politica Ue e dell’Eurozona e chi pensa che il ritorno alla moneta nazionale sia un’opportunità non si rende conto di quanto sarebbe dannoso per la lira italiana e quanto ne sarebbe avvantaggiato il marco tedesco mandando in frantumi la politica di solidarietà che si è faticosamente introdotta con i fondi strutturali che i tedeschi hanno usato per realizzare le riforme e noi italiani abbiamo sprecato rovinosamente e ricordiamoci che ai tempi del governo Monti già si era deciso di mettere una task  force in moto per realizzare progetti di sostegno all’uso del Fondo Sociale Europeo per la nostra incapacità di attingere a quel serbatoio fondamentale.

Dunque alcuni suggerimenti inascoltati dal governo italiano troppo arrogante, noi continuiamo a segnalarli: è prioritario rivedere per esempio il funzionamento dei Fondi strutturali, introdurre una flessibilità a tempo determinato e monitorata con una autorità economica e monetaria che dialoga e controlla i debitori e i creditori severamente e in una Unione Europea frammentata a Nord, Sud ed Est le differenze le debolezze sono tante e diverse  e dunque il tempo che abbiamo perso a correre dietro alla crisi Greca è tempo perso verso gli altri paesi che non hanno buona salute e sono in difficoltà.

Populismi e radicalismi si sono fatti strada e le regole dell’economia sono state sacrificate anche sommerse dalla grande crisi geopolitica in cui versiamo in Europa e dunque su alcuni principi dobbiamo ri/costruire con i Paesi responsabili un rinnovato Trattato: significa scegliere i compagni di questa strada in salita e lasciare al  loro  destino chi non desidera affrontare assumendosi la responsabilità una nuova stagione di provvedimenti come peraltro ha scelto la Gran Bretagna, magari con un maggiore solidarietà tra i Paesi che hanno fondato l’Europa, ma con una marcata opzione sul mercato comune e con vincoli certi e rispettati. Di questo Renzi oggi con Merkel e con noi italiani deve essere garante

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