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Repubblicani, ecco come Trump ha monopolizzato il primo dibattito tv

Un Donald Trump battagliero e come al solito senza peli sulla lingua l’ha fatta da padrone, almeno mediaticamente, nel primo dibattito tv fra gli aspiranti alla nomination repubblicana a Usa 2016, scombinando le carte agli antagonisti e avvertendo che potrebbe correre come indipendente, se non ottenesse l’investitura del partito. “Non me la sento – ha detto – di impegnarmi ora a sostenere un altro candidato repubblicano”, unico ad alzare la mano e a prendere questa posizione quando la domanda è stata rivolta a tutti.

Trump, nei sondaggi finora nettamente in testa al lotto degli aspiranti alla nomination, ben 17, ha così costretto i suoi rivali ad affannarsi per cercare di ottenere un po’ di attenzione e li ha pure indotti a coalizzarsi contro di lui, con l’effetto di apparire il solo che diceva cose diverse e ‘vere’, mentre molto spesso le risposte altrui sui vari temi dell’attualità nazionale e internazionali apparivano ‘corali’ e, quindi, di per sè ‘banali’.

L’eccentrico miliardario ha fra l’altro affermato di sentirsi al di sopra alle regole della coerenza – per via delle sue opinioni mutevoli -, del ‘fair play’ e del “politicamente corretto”, per cui “non ha tempo”: “uno dei problemi “di questo Paese e l’essere politicamente corretti”. Trump, messo sotto pressione dalla moderatrice, la giornalista Megyn Kelly, per le dichiarazioni con cui in passato definì le donne “grasse scrofe”, “cagne” e “sciatte”, ha tagliato corto con l’usuale rudezza, sostenendo che era una domanda di “correttezza politica” cui non si sentiva in dovere di rispondere. Passando all’attacco, Trump ha puntato il dito contro la moderatrice, accusandola di non trattarlo bene: “Onestamente, Megyn, se quello che dico non ti piace, mi dispiace”; “Sono stato molto carino con te, nonostante avrei anche potuto risparmiarmelo per come mi hai trattato”, ha detto il magnate dell’immobiliare, la cui base elettorale è principalmente maschile.

Il dibattito è stato trasmesso sulla rete conservatrice Fox News in prima serata, alle 21.00 di giovedì 6 agosto (ora della Costa Est), le 03.00 di venerdì 7 in Italia. I 17 candidati sono stati divisi in base agli indici di gradimento dei più recenti sondaggi nazionali: 10 ammessi al dibattito in ‘prime time’, gli altri sette relegati a un pre-dibattito. Un criterio discutibile perché le differenze sono spesso superiori ai margini d’errore dei rilevamenti.

I 10 erano, oltre a Trump, l’ex governatore della Florida Jeb Bush e il governatore del Wisconsin Scott Walker – gli unici tre che nei sondaggi vanno in doppia cifra – e ancora i senatori Ted Cruz (Texas), Rand Paul (Kentucky) e Marco Rubio (Florida), l’ex governatore Mike Huckabee (Arkansas), il neuro-chirurgo nero – l’unico – Ben Carson, e i governatori Chris Christie (New Jersey) e John Kasich (Ohio), che giocava in casa.

Fra i sette esclusi, due che stupiscono: la manager Carly Fiorina – l’unica donna – e l’ex senatore Rick Santorum, che nel 2012 fu l’avversario più temibile di Mitt Romney. Gli altri erano gli ex governatori Rick Perry (Texas), George Pataki (New York) e Jim Gilmore (Virginia, appena sceso in lizza), il governatore della Louisiana Bobby Jindal e il senatore della South Carolina Lindsey Graham.

Clicca qui per leggere il racconto della serata di Associated Press (in inglese)

Clicca qui per leggere la pagella della serata a cura di Associated Press



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