Mercati schizofrenici.
Se fino a ieri pomeriggio Wall Street, sfidando il buonsenso, sembrava incapace di qualsiasi reazione che la scollasse definitivamente dai minimi di martedì, poco dopo la chiusura europea questa stessa piazza ha messo a segno un recupero, che a 24 ore di distanza ammonta a oltre 5 punti percentuali, senza praticamente aver preso fiato una volta.
Una volta di più, difficile capire cosa abbia prodotto, a metà seduta, il cambio di sentiment che ha posto i presupporti per la miglior seduta dell’ S&P 500 da fine 2011 (+3.9%). Ovviamente si parla, come catalyst positivo, dei Durable goods orders buoni, e del discorso di Dudley. Peccato che entrambi precedano l’inversione di tendenza di diverse ore. La verità è che, alla fine, anche sui mercati US, che avevano mollato gli ormeggi per ultimi, la negatività ha raggiunto un climax, e si sono prodotte le condizioni per un rimbalzo.
Dal punto di vista fondamentale e generale, il robusto recupero materializzatosi nelle ultime ore più o meno ovunque ha, a mio modo di vedere, 2 matrici:
** Un contrattacco dei banchieri centrali, volto a tranquillizzare i mercati e a recuperare credibilità (mi vengono in mente le mosse e i comunicati PBOC, Constancio, Praet e Dudley) Vediamo se il fuoco si intensifica al meeting di Jackson Hole.
** Una serie di dati macro che tende a destituire di fondamento la teoria che la Cina stia causando un collasso macro globale.