I colossi dell’industria automobilistica tedesca – Bmw, Mercedes-Benz e Audi – stanno agguantando esperti di software da aziende come Google, minacciando di superarle nella corsa allo sviluppo della self-driven car.
Le competenze nella progettazione e sviluppo di sistemi software costituiscono un nuovo campo di battaglia tra i produttori di veicoli e le imprese tecnologiche giacché le auto devono essere sempre più “smart”: dal controllo del sistema di bordo tramite smartphone all’attivazione dei freni quando un sistema radar rileva un ostacolo.
“Le aziende automobilistiche stanno assumendo persone estranee al settore automotitve. Fino a pochi anni fa alcune non avevano nemmeno un reparto dedicato alla “connected car”. Adesso ce l’hanno tutti”, ha dichiarato a Reuters Malcolm Earp, amministratore delegato di Magma People, una compagnia specializzata nel reclutamento nel settore automobilistico.
TUTTI CONTRO TUTTI
Senza rafforzare il loro know-how digitale, sempre Audi, Bmw e Mercedes pretenderebbero comunque di offrire nuove avanzate funzionalità, quali i servizi di guida e di car-sharing autonomi per competere con i nuovi rivali, Google e Uber in testa.
Nel settembre dello scorso anno Daimler, il gruppo che possiede Mercedes, ha acquistato infatti MyTaxi e RideScout, due applicazioni per smartphone che aiuteranno il produttore di limousine a fornire servizi a persone che non possiedono auto. Nell’ultimo esempio di impollinazione incrociata tra i settori tecnologico e automobilistico, la scorsa settimana Google ha chiamato un veterano come John Krafcik, ex amministratore delegato di Hyundai Motors America, come capo del suo progetto diguida autonoma.
STRANE ALLEANZE
Per la cifra di 2,8 miliardi di dollari, i tre colossi tedeschi si sono aggiudicati Here, la divisione di servizi di navigazione della società finlandese Nokia. Per la prima volta, tre marchi top si sono coalizzati per riuscire a strappare quella che sarà la tecnologia più immediata nel breve futuro per la guida autonoma.
LA CORSA DIGITAL CHE GIOVA ALL’OCCUPAZIONE
Nonostante un’attuale tendenza generale dell’industria delle quattro ruote a ridurre i costi e spingere i margini, influenzata dal rallentamento della Cina, il più grande mercato automobilistico del mondo, l’obiettivo hi-tech è un efficace stimolo per i big europei a dotarsi di personale per non restare indietro nella corsa alla digitalizzazione. I numeri parlano da sé: la forza lavoro in casa Bmw è salita del 6,2% da 112.500 lavoratori nel giugno 2014 fino ai 119.489 nello stesso mese quest’anno. La casa automobilistica bavarese ha fatto sapere che continuerà ad assumere personale nel 2015 per aiutare “l’avanzata delle nuove tecnologie”. Troviamo un aumento dell’8% dei dipendenti dal suo rivale Audi. Il marchio d’eccellenza di proprietà di Volkswagen prevede altre 6000 assunzioni “principalmente per sostenere lo sviluppo di tecnologie d’avanguardia, nonché l’espansione dei siti internazionali”. Una crescita dell’1,6% soltanto per l’organico di Mercedes nel primo semestre dell’anno, ma il produttore di Stoccarda ha dichiarato che il personale globale aumenterà, puntando soprattutto a esperi in analisi dei dati. Se l’auto del futuro non avrà bisogno dell’uomo alla sua guida, adesso ne servono davvero tanti per ultimarla.