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Bad bank, ecco consigli e paletti di Bruxelles

visco

Bad bank? Perché no?, purché non pesi sui contribuenti e rispetti alcuni paletti.

Il commissario europeo alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ieri a Roma per una serie di incontri istituzionali, ha approfondito gli aspetti giuridici sui quali si esprimerà Bruxelles dopo che il progetto italiano sistemico per i crediti in sofferenza (Npl), archiettato in queste settimane da Tesoro e Bankitalia, andrà in porto.

I CONSIGLI DI VESTAGER

Vestager comunque ha espresso alcune preferenze. Eccole: “La cosa migliore sarebbe puntare su una società di gestione degli asset, con o senza aiuti di Stato”, si legge sul Sole 24 Ore. Nel caso ci fossero aiuti pubblici, ci sarebbero conseguenze per le banche coinvolte. Ha aggiunto il commissario europeo: “Spetta all’Italia scegliere le modalità. Noi facciamo del nostro meglio per dare input. Nel momento in cui viene istituita una bad bank che darà vantaggi a determinate banche occorre imporre la condizione della ristrutturazione perché si stanno utilizzando i soldi dei contribuenti”, ha spiegato, come riporta il Corriere della Sera.

GLI OBIETTIVI DEL GOVERNO

In effetti la decisione spetta all’Italia, che comunque sta cercando una «soluzione di mercato» per la bad bank, che eviti dunque gli aiuti di Stato: se ci fossero infatti scatterebbe la nuova regola del bail in per gli istituti avvantaggiati, ossia un meccanismo di salvataggio che implica una contribuzione da parte di detentori di bond e anche dei correntisti (sopra i 100 mila euro di depositi) della banca beneficiaria degli aiuti.

L’AUSPICIO DI BRUXELLES

“Ci piacerebbe evitare che siano i contribuenti” a pagare, ha aggiunto Vestager: “Se si trasferisce un prestito che non viene ripagato a qualcuno che può assumere un rischio maggiore – ha spiegato – allora il costo aumenta e quel prezzo deve essere valutato a valore di mercato. Se non è a valore di mercato qualcuno deve pagare (la differenza, ndr) e quel qualcuno non deve essere il contribuente”.

L’OTTIMISMO DEL COMMISSARIO 

Come “notazione positiva” Vestager ha sottolineato che “c’è uno sviluppo lento ma sicuro di un mercato per i prestiti incagliati. Le banche più grandi iniziano a comprare questi prestiti incagliati quindi si fissa gradualmente un prezzo di mercato per questi prestiti incagliati e quindi in qualche maniera si ripristina un’economia di mercato”.

LE PERPLESSITA’ DELL’ANALISTA

Ma allora, se il mercato può funzionare in questo settore e sta funzionando (nonostante i timori legati anche alle turbolenze cinese) fanno impensierire alcuni operatori anglossassoni (qui un approfondimento di Formiche.net), che necessità c’è di una soluzione istituzionale e/o sistemica? E’ quello che si chiede polemicamente da giorni Mario Seminerio, curatore del blog Phastidio.net. Qui l’ultima sua analisi pubblicata da Formiche.net.

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