Capita in questi giorni di fine estate di vedere ovunque immagini del premier italiano alle prese con finali tricolori degli US Open di tennis durante uno straordinario week end a New York, quelle in tribuna quando sbirciando il grande schermo si accorge di essere inquadrato e assume un atteggiamento alla US Mr. President, o quelle di rito post incontro con le nostre straordinarie tenniste ma con tricolore capovolto. A proposito, dov’era Filippo Sensi?
Capita poi di vederlo fotografato in elicottero sorvolare le zone disastrate dall’alluvione nel Piacentino, con il nuovo attivissimo presidente della Regione Emilia Romagna, per finire poi in quel di Modena all’Osteria Francescana del grande Massimo Bottura, chef stellato ambasciatore della cucina italiana giudicato terzo nella classifica 2015 dei migliori ristoranti al Mondo, in un meeting con il presidente francese François Hollande.
Capita quindi di leggere articoli più o meno positivi, un po’ di gossip e opinioni contrastanti, con molti osservatori e commentatori politici critici nei confronti di questo giovane Primo Ministro che, dal taglio delle auto blu è passato all’uso dell’elicottero per i suoi trasferimenti brevi e – si legge ancora – medita di acquistare un nuovo aereo, più attrezzato e confortevole per i viaggi internazionali in occasione di impegni istituzionali a lungo raggio.
Non volendo entrare nel dibattito sui costi dei gusti culinari e i confort di viaggio prediletti da Matteo Renzi, c’è peraltro da chiedersi se tutto ciò rappresenti o meno un errore nella narrazione della sua esperienza e vita politica, ovvero un pericolo per il futuro della brillante carriera del giovane rampante. Ebbene, data l’insipienza e la nullaggine dei suoi avversari, l’opposizione in parlamento e – soprattutto – la minoranza interna del suo partito, il Matteo non deve preoccuparsi.
Tuttavia, opinione personalissima di chi scrive, l’unico vero pericolo per un Renzi colpito da un improvviso benessere da capo del governo, è quello che perda il contatto con la realtà, quella straordinaria capacità di sentire l’umore e la pancia della gente che lo rendono così simile al suo primo e più grande estimatore che di nome fa Silvio. Talento che unito a una forte e sana ambizione, metodo e determinazione sono riusciti a portarlo in quel di Palazzo Chigi senza dover passare per le elezioni… che avrebbe comunque vinto.
E’ già capitato in passato a grandi leader, da Mussolini prima maniera a Berlusconi degli ultimi anni, il quale, peraltro ci metteva anche soldi di tasca sua per soddisfare le esigenze del premier. Dato il panorama politico domestico e le gravi situazioni internazionali, auguriamoci che il premier smart e cool si accorga per tempo ed eviti così il pericolo.