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Come si divide la Fed di Yellen sui tassi

Il mosaico delle opinioni dei partecipanti al FOMC riguardo al futuro dei tassi ha tre nuove
tessere: Dudley, Williams e Evans (tutti e tre votanti). I primi due sono schierati sulle posizioni di Yellen, per un rialzo entro fine anno (forse anche a ottobre), mentre Evans conferma la sua opinione per un rialzo nel 1° semestre 2016.

Dudley (New York Fed) ha argomentato a favore di una svolta entro il 2015, possibilmente già
a ottobre. Dudley ha detto che “se l’economia continua a stare sullo stesso tipo di traiettoria
su cui è (…) le condizioni del mercato del lavoro si fanno più stringenti e (…) allora penso che
ci sia un caso piuttosto forte per svoltare”. Dudley ha sottolineato che a ogni riunione il FOMC
considera molti fattori, i cui pesi variano di volta in volta; pertanto il fatto che i fattori
internazionali siano stati menzionati non implica che saranno “sovrappesati”. Inoltre, è chiaro che l’apprezzamento del dollaro e il calo del prezzo del petrolio “non possono andare avanti
all’infinito, per definizione”. Secondo Dudley tutte le riunioni sono possibile per un rialzo e già in questa settimana ci saranno “un bel po’ di informazioni”. In termini di sentiero dei rialzi, Dudley ha ripetuto che dopo il primo rialzo la traiettoria dipenderà dai dati e dalla reazione dei mercati: se ci fosse una forte restrizione dopo la svolta, allora si rallenterebbe, se invece non ci fosse nessuna reazione, si potrebbe volere accelerare. Ex-ante, la sua previsione è che si vada “piuttosto lentamente”; i rischi maggiori per lo scenario comunque vengono dal contesto internazionale. Dudley ha anche segnalato che sulla base di molti modelli econometrici il tasso reale di equilibrio è stimato intorno a zero: questo implica che la politica monetaria attuale è meno accomodante di quanto molti pensino.

Williams (San Francisco Fed) ha segnalato di essere in sintonia con Yellen e Dudley,
affermando che si aspetta che “sia appropriato iniziare ad alzare i tassi più tardi quest’anno”.
Williams ha detto che a suo avviso i dati americani usciti negli ultimi mesi sono stati in linea o migliori delle aspettative. Per quanto riguarda gli sviluppi internazionali, secondo Williams il
rallentamento della Cina e dei paesi emergenti ha effetti indiretti anche sull’economia USA,
ma non è “così preoccupato”; inoltre, l’informazione ricevuta nell’ultimo paio di mesi non
indica una situazione peggiore di quanto stimato. Secondo Williams, visto quanto la decisione
di settembre era vicina a “un 50/50, non ci vuole molto a per spingere a una conclusione
differente”. Il presidente della San Francisco Fed non ha voluto sbilanciarsi sulle date, ma ha
sottolineato che dopo il primo rialzo il sentiero sarà dipendente dai dati, e non un tracciato
predefinito come in passato. Inoltre, Williams ha detto che tra oggi e fine ottobre ci sono
molti più dati di quanto non si pensi: un’altra opinione secondo cui anche la riunione di
ottobre è “viva”.

Evans (Chicago Fed) ha ribadito che il sentiero dell’inflazione lo induce a ritenere ottimale una svolta dei tassi non prima del 2016; nelle sue previsioni ci dovrebbero essere 3 rialzi l’anno prossimo. Evans ha detto che “ci stiamo avvicinando molto alla svolta”, ma a suo avviso è
opportuno avere un approccio “ultra-prudente”, anche perché “non c’è problema a superare
moderatamente il 2%” di inflazione. Nel suo scenario, si dovrebbe vedere un rialzo
dell’inflazione prima di svoltare, visti i costi significativi collegati a una svolta prematura. Evans ha detto che i rischi maggiori nei prossimi anni vengono dal contesto globale, e vanno valutati considerando che in questa fase è molto più facile stringere la politica monetaria che
allentarla. È possibile che Evans dissenta esplicitamente in caso di decisione per un rialzo a
ottobre o dicembre.

CONCLUSIONE

I tre discorsi mettono il baricentro del FOMC saldamente accanto a Yellen,
con altre due opinioni a favore di una svolta in tempi rapidi, forse anche a ottobre. I rischi
restano prevalentemente concentrati a livello internazionale. Il sentiero dei tassi sarà graduale
e dipendente dai dati e dalla reazione dei mercati.

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