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Cosa sta succedendo nelle scuole milanesi

Scuole milanesi nel caos. Nel capoluogo meneghino la maggior parte dei neoassunti non si è presentata a prendere servizio creando così non pochi disagi nelle scuole.

La campanella è suonata lunedì 14 settembre (per alcuni anche prima) e se gli alunni non hanno mancato all’appuntamento, buona parte dei docenti lo ha fatto eccome. Nove su dieci degli insegnanti convocati – quelli assunti dal governo Renzi con tanto di titolo specifico – ha deciso di declinare l’invito e il perché è semplicissimo.

“Questi insegnanti arrivano quasi tutti dal Sud e hanno già un contratto come supplenti vicino casa, arriveranno a luglio”, ha detto il provveditore Marco Bussetti al Corriere della Sera. E ha aggiunto: “Le convocazioni si sono appena concluse e non più del 15 per cento si è presentato a prendere servizio, a questo punto i presidi inizieranno a chiamare i supplenti dalle graduatorie di istituto”. Insomma, siamo di nuovo al punto di partenza: le classi sono scoperte e per questo i capi d’istituto scorrono velocemente le graduatorie pescando anche dalla terza fascia, per intenderci quella in cui sono confluiti “i senza Tfa”.

Dice a Formiche.net Ida Morello, preside dell’Istituto Comprensivo di via Scialoia 21 a Milano: “L’avvio d’anno è stato in salita, nella mia scuola abbiamo ancora dei posti scoperti soprattutto per certe aree disciplinari”.  Quella di matematica per esempio è sottorganico, il problema si perpetua da tempo ma quest’anno, in mezzo al caos generale, tale mancanza pesa ancora di più. Spiega Morello: “A prescindere dalle specificità, possiamo dire che in termini generali le nomine sono ancora in atto perché molti degli aventi diritto hanno scelto di accettare per quest’anno una supplenza a pochi passi da casa, piuttosto che trasferirsi dall’altra parte dell’Italia”.

Nessuna polemica. Il paradosso della doppia nomina era un disagio annunciato. Essendo infatti quella della “Buona scuola” una riforma dai freschi natali (è stata approvata nel luglio del 2015), l’anno scolastico in corso rappresenta un periodo di transizione. Sì, non solo la riforma prevede il “contratto a tempo indeterminato” ma fa in modo che per quest’anno si possa scegliere se stare vicino casa o se spiccare il volo. Ovviamente nel caso della prima scelta, lo “status di ruolo” resta e dovrebbe essere ricoperto poi l’anno prossimo, dopo aver scelto la sede definitiva (che non è necessariamente quella provvisoria). Intanto, il docente di ruolo fa il supplente di un altro collega e sul suo posto viene nominato a sua volta un altro supplente.

Tornando alle parole della Preside dell’istituto di via Scialoia, non si fa mistero di una situazione particolare anche per quel che riguarda l’ambito del sostegno. “Mancano molto docenti, siamo già sulle liste d’istituto e stiamo chiamando anche chi è senza titolo”. Infatti, quella degli insegnanti di sostegno è un’altra patata bollente che sta facendo dannare i presidi delle scuole milanesi dove, gli alunni disabili sono in tutto 34.500. I posti rimasti scoperti sono tantissimi – secondo recenti stime dovrebbero essere 1.818  – e a complicare la situazione anche la minaccia delle famiglie di fare ricorso. Insomma, sarà anche “buona” questa scuola, ma non è ancora “ottima”.


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