Nel 2012 gli stanziamenti dello Stato per l’edilizia sociale hanno raggiunto la cifra totale di 421 milioni di euro; nel 2013 la cifra è scesa a 177 milioni.
Sono i dati che si leggono nella relazione biennale (31 gennaio 2012 – 31 dicembre 2013) sugli aiuti di Stato per i Servizi di interesse economico generale (Sieg), diffusa dall’Unione europea e predisposti dal dipartimento per le Politiche europee.
Nel capitolo dedicato all’edilizia sociale (ovvero: sovvenzionata, agevolata/convenzionata, privata sociale, a canone concordato), tema di competenza del ministero delle Infrastrutture, viene dunque dato conto di quanto lo Stato ha stanziato per questi servizi, si legge, “diretti a rendere disponibili alloggi per i cittadini in condizioni economiche svantaggiate o a persone che appartengono a gruppi sociali caratterizzati da condizioni particolarmente sfavorite e che non sono in grado di trovare un alloggio idoneo a condizioni di mercato, in ragione del proprio reddito e/o della propria condizione”. Va chiarito che lo Stato, nell’assetto istituzionale delle competenze in materia di edilizia residenziale, è esclusivamente soggetto finanziatore.
Ovvero ripartisce tra le Regioni le risorse che si rendono disponibili per il settore programmando interventi che vengono poi attuati in sede locale Sono le Regioni, con proprie leggi, a disciplinare le forme tipiche di incarico integrate, se previsto, con deliberazioni di consiglio o di giunta regionali. Nel periodo considerato dalla relazione non sono stati comunque conferiti incarichi diretti da parte dello Stato.
Il dipartimento per le Politiche Ue specifica inoltre che – riguardo alle difficoltà riscontrate nell’applicazione della decisione e della disciplina in materia di Sieg – “l’amministrazione di settore abbia evidenziato come, nell’attuale congiuntura economica, pervenire ad individuare margini di utile ragionevole eccessivamente bassi potrebbe disincentivare la partecipazione dei capitali privati proprio in un momento di scarsa disponibilità di risorse pubbliche dedicate”. Per il governo italiano sarebbe quindi “utile” avviare, nel settore dell’edilizia sociale, “un’analisi dei livelli di rischio degli investimenti nei Paesi europei”. GAV