Ci siamo quasi, dal 12 al 18 ottobre 2015 torna la European Biotech Week (EBW), un viaggio alla scoperta delle biotecnologie nei loro diversi settori di applicazione. Che cosa sono le biotech? Tutte quelle tecnologie che utilizzano organismi viventi (batteri, lieviti, cellule vegetali, cellule animali) al fine di ottenere prodotti utili, oppure per migliorare le caratteristiche di piante e animali o ancora per sviluppare microrganismi utilizzabili per specifici usi.
Nel corso della EBW sono previsti una serie di incontri, laboratori, mostre e spettacoli – 44 gli appuntamenti in Italia, che è il Paese con il maggior numero di iniziative – per celebrare il ruolo chiave del biotech nella vita di ciascun individuo. L’iniziativa, che ha una eco mondiale, è coordinata a livello nazionale da Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica.
“Guardo con orgoglio alle numerose istituzioni, aziende, scuole, centri universitari, parchi scientifici, teatri, musei, fondazioni e associazioni, che con la loro fattiva collaborazione ci hanno permesso, anche quest’anno di costruire uno straordinario viaggio nel mondo delle biotecnologie”, ha detto alla stampa il presidente di Assiobiotech Alessandro Sidoli (in foto).
L’EBW ha ottenuto il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei deputati e ha l’obiettivo di parlare a un pubblico vasto ed eterogeneo, il biotech infatti ha applicazioni disparate e dunque ciascuno potrebbe trovare spunti utili dal punto di vista lavorativo e personale. Dicevamo poco fa che sono previsti una serie di incontri, tra questi spiccano, quello del 12 ottobre “Le nuove biotecnologie per la qualità e la sicurezza degli alimenti e della salute pubblica” che si terrà a Roma presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri o quello del 13 ottobre “Technology Forum of Life Sciences – Strengthening the Links for Innovation” che avrà luogo a Milano alla Magna Pars in via Tortona, 15. Quest’ultimo, organizzato in collaborazione con l’Ambrosetti parlerà per la prima volta di scienze della vita.
“L’Europa identifica le biotecnologie tra le Key Enabling Technologies in grado di contribuire al bilancio dell’industria tradizionale e alla gestione delle tante sfide che la nostra società si trova ad affrontare nei settori della salute, dell’agricoltura, dell’energia e dell’ambiente” ha spiegato Sidoli che ha detto ancora: “La nostra realtà associativa tende a valorizzare il ruolo chiave delle biotecnologie per la competitività e la crescita del Paese ed accrescere la consapevolezza del pubblico e l’attenzione delle istituzioni verso questo comparto”.
L’attenzione delle istituzioni appunto. Complice la crisi economica, le risorse stanziate per il settore di ricerca e sviluppo sono spesso ridotte ai minimi termini. Non è un problema solo italiano, s’intende, ma il Bel Paese certo non può vantare un primato in tal senso, soprattutto, se si pensa che, nel mercato americano, il settore delle biotecnologie è quello che ha attirato più investimenti in assoluto. Sulla quota di investimenti in R&S da parte dell’Italia i dati non sono infatti confortanti soprattutto se si guarda alle università.
Un quadro limpido della situazione nazionale viene fornito dalla Professoressa Chiara Tonelli, docente del dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano. “Un esempio lampante della mancanza di risorse è il paragone fatto con l’università di Harvard. Infatti, per gli investimenti in ricerca e sviluppo il polo statunitense ha a disposizione 3 miliardi di euro all’anno, tutte le università italiane ne hanno a disposizione poco più del doppio”. Il paradosso di questa situazione è che uno stimolo concreto per la ripartenza economica potrebbe arrivare proprio dall’innovazione che se non viene supportata non ha modo di decollare. “Con quello che abbiamo comunque riusciamo a fare abbastanza” ha concluso la Tonelli.
L’importanza del biotech è indiscussa, e se qualcuno avesse dei dubbi, basta snocciolare qualche numero – dal rapporto “Le imprese di biotecnologie in Italia” – per ricredersi. Il comparto strategico per l’intero sistema industriale del biotech italiano, che conta 384 imprese, alla fine del 2014 superava i sette miliardi di euro (+4.2 per cento). La crescita è in controtendenza rispetto all’andamento generale e conferma la natura anticiclica del settore. Le imprese di biotecnologie nel nostro Paese rappresentano uno dei pochi settori in grado di attirare investimenti stranieri e creare occupazione qualificata.