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Cdp, così Costamagna e Gallia incidono in Fsi, Sace e Simest (in vista di Export Banca)

Prime mosse del nuovo vertice di Cassa depositi e prestiti. Lo scorso luglio, al posto dell’ex amministratore delegato, Giovanni Gorno Tempini, e dell’ex presidente Franco Bassanini, sono arrivati Fabio Gallia, già ad di Bnl-Bnp Paribas, e Claudio Costamagna, ex Salini Impregilo.

I PRIMI SEGNALI

Il primo segnale da parte del tandem Costamagna e Gallia di un cambiamento degli equilibri all’interno della Cassa è arrivato a inizio agosto, quando Gallia è stato nominato anche direttore generale di Cdp, al posto di Andrea Novelli, che ricopriva quella carica da ottobre 2014, quando in sella c’erano ancora Bassanini e Gorno Tempini. Quest’ultimo aveva assunto per un periodo l’interim della direzione generale, salvo poi cedere le deleghe a Novelli. Il quale è comunque rimasto nell’orbita della società di via Goito, essendo stato nominato amministratore delegato di Simest, la società per il sostegno agli investimenti controllata al 76% da Cdp.

IL CASO DEL FONDO STRATEGICO

Anche nel Fondo strategico italiano (Fsi), il braccio operativo della Cassa con cui Cdp entra nel capitale di importanti gruppi industriali, si registrano novità. La scorsa settimana Gallia è stato nominato vicepresidente di Fsi, controllato all’80% dal gruppo Cassa depositi e prestiti. Andando a guardare la composizione del board del Fsi nel bilancio 2014 la figura le vicepresidente non c’è. C’è quella del presidente (Gorno Tempini, ora sostituito in Fsi da Costamagna) e poi si passa direttamente all’ad (Maurizio Tamagnini, tutt’ora in carica) e al resto del board. Insomma, lcarica di vicepresidente del Fondo strategico sia inedita e sia stata creata in coincidenza con l’arrivo di Gallia ai vertici di Cdp. In base alle ultime nomine, il cda di Fsi è ora composto anche da Giuseppe Bono, Rosalba Casiraghi e Elena Zambon.

GLI INNESTI IN SACE

Un ridisegno ha interessato anche altre due controllate della Cassa: Sace e Simest. Per quanto riguarda la prima, passata dal controllo del Tesoro a quello della Cdp (100%, ha visto in agosto l’ingresso nel proprio board di Luigi Chessa, attuale capo del Legale di Cdp, e di Simonetta Iarlori in sostituzione dei dimissionari Leone Pattofatto (avvicendamento fisiologico e previsto, si sottolinea in ambienti della Cassa) e Maria Elena Cappello (dimessasi perché impegnata anche in vari altri incarichi). Pattofatto, ex banchiere come Gallia ma proveniente dal Credit Suisse, è stato a sua volta nominato responsabile delle partecipazioni di Cdp nonché designato amministratore delegato di Cdp Reti (controllata al 59,1% da Cdp attraverso Snam e Terna).

LE NOVITA’ IN SIMEST

I destini di Sace e Simest si sono poi incrociati proprio sulla nomina di Chessa, che oltre a essere già nel cda del gruppo assicurativo per l’export, è stato designato alla presidenza di Simest (al posto di Ferdinando Nelli Feroci) affiancando Novelli, che ricoprirà invece la carica di amministratore delegato, succedendo a Massimo D’Aiuto. Gli altri membri del board, approvati dall’assemblea di Simest del 6 agosto, sono Antonella Baldino, Camilla Cionini Visani (di nomina Cdp), Ivana Greco (rappresentante delle banche azioniste) e Michele Tronconi (di nomina Confindustria). Il passaggio di Simest a Cdp risale alla fine del 2012, quando il ministero dello Sviluppo ha formalizzato la cessione del 76% del capitale a Cdp.

LA PROSPETTIVA EXPORT BANCA

Sulle recenti nomine si vocifera di qualche borbottio di ambienti del dicastero per la volontà di Cdp di voler fare il dominus nel cda (indiscrezioni non confermate comunque dal dicastero retto da Federica Guidi). E’ comunque intenzione del governo, come dice oggi il viceministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, al Corriere Economia, di procedere prossimamente di fatto a una fusione tra Sace e Simest per costituire quella sorta di Export Banca che sarebbe stato uno dei fattori per cui il governo Renzi ha deciso il ribaltone ai vertici di Cdp.



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