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Gender, pornografia e tanto altro ancora

La senatrice Cirinnà insiste: vuole la legge entro il 2015 ed è certa che ci sarà (dopo che il contrastato disegno di legge è passato (non si sa da dove prendere le risorse. Ma per Cirinnà pare non essere un problema).

Paventa sicurezza in una intervista a Gay.it oggi la senatrice che definisce il parere diverso di una parte dei parlamentari “ostruzionismo”. Non si è mai visto, però, che il relatore di una legge sia anche il primo firmatario, non è prassi, ma la Cirinnà, in questa bulimia di protagonismo, sorretta dall’arroganza che ormai spopola nella maggioranza, peraltro rissosa, insiste e procede. Chissà se troverà sulla sua strada un Grasso presidente che invece ammette emendamenti. Chissà…

Su questa teoria delirante del “tuttogender”, a Bologna la Casa delle donne, vetusta associazione molto vetero-femminista, peraltro anche assai sostenuta economicamente dall’amministrazione comunale ed in partnership con essa, mette in pista una rassegna spettacolo/dibattito, “novella forma di cinema d’essai” di un ciclo di iniziative sulla pornografia, che le promotrici dichiarano essere un “Laboratorio sulla rappresentazione dei desideri sessuali liberata da logiche maschiliste, la difesa di una cultura del sesso in genere, svincolata da cliché”. Parola di Silvia Conti, animatrice dell’iniziativa alla quale sono invitate” persone anche portatori di cromosomi Y in via di transizione, o già transitati”.

Così con le poche risorse che abbiamo per mettere in sicurezza la nostra bella Bologna, divenuta un po’ la culla della diversità gender, costoro occupano gratuitamente spazi storici, associazioni molto molto rumorose e, per usare un eufemismo “colorate”, che impediscono agli abitanti imbufaliti di riposare le ore notturne. Così la teoria fantasiosa del gender è stata apripista nelle scuole e continua ad essere esplorata e magnificata sull’onda della libertà, che ha un’accezione ampia perché, guarda caso, comincia per alcuni/alcune quando finisce quella di altre o altri. Non siamo contrari ad una regolarizzazione delle unioni civili, perché non siamo bigotti, ma ci piace ricordare che un figlio nasce dall’unione di un uomo e una donna e dunque un seme di un uomo che feconda un ovulo del ventre femminile e il matrimonio è l’atto che rende istituzionale questa unione, da secoli e in tutte le culture del mondo. Francamente insistere sull’ambiguità, la confusione e la malafede, è una forzatura insopportabilmente molesta, pericolosa, che non vogliamo.


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