Mi sembra strategico, di questi tempi, ritrovare la dimensione progettuale della convivenza umana. Sono interessato alla ricerca in e di ciò che non è dominante, per ritornare a condividere l’esperienza umana, a conoscere per comprendere.
Sempre di più, infatti, si alzano i muri dell’in-differenza che è negazione delle differenze che costituiscono il Mondo-Della-Vita. E questa in-differenza genera irresponsabilità e fa degenerare l’intero impianto della convivenza umana. Una in-differenza che vorrebbe “globalizzare” quella dimensione progettuale dell’ “essere umani” che, invece, ha un’anima profondamente “globale”.
Cos’è la dimensione progettuale ? E’ la possibilità, data a ciascuno di noi, di esprimere la natura umana in modo originale e irripetibile, ben sapendo che la natura umana è ciò che ci lega ma che ciò che ci rende pienamente umani è il nostro talento di viverla, al contempo, “secondo noi” e in integrazione con ogni altro DI noi.
E’ nel vivere la dimensione progettuale io credo, che possiamo ritrovare quel principio di umanità di cui il mondo ha tanto bisogno. Un principio non retorico ma calato nella realtà, contaminato e fecondato in e da ogni tragedia e in e da ogni felicità cui la vita ci mette di fronte; un principio di senso e di prospettiva, un’apertura strategica sull’oltre e nel profondo di noi e della realtà.
Passaggi di senso – Linee strategiche. Istituto fondamentale per la Conoscenza e la Convivenza. The Global Eye – @lineestrateg1